Ci sono rimedi preventivi contro l’alienazione
genitoriale?
Estratto da
Paola MONTEDONICO
Approcci e rimedi legali ed
extra-legali
Diritto Avanzato, Milano, 2019
Al precedente paragrafo ho trattato dei
rimedi che intervengono in seguito al riscontro di una P.A.S., ma la domanda da
porsi è se si possa operare anche durante la fase embrionale di questi disturbi
disfunzionali, se così fosse infatti, si potrebbero avere soluzioni davvero
efficaci.
La risposta a questo interrogativo è positiva
ed è rappresentata dalla mediazione
familiare, che, peraltro, dovrebbe svolgersi tra i genitori fin dall’avvio
dell’iter separativo, associata ad
una specie di formazione sulle buone regole da seguire nell’interesse dei
figli.
Quanto dedotto è stato suggerito nella Risoluzione del Consiglio d’Europa n. 2079 del 2015, (passata, fino ad oggi, sotto silenzio) che precisa al punto 5.9 fra gli inviti agli stati membri di: “5. In the light of these considerations, the Assembly calls on the member States to: (..)5.9. encourage and, where appropriate, develop mediation within the framework of judicial proceedings in family cases involving children, in particular by instituting a court-ordered mandatory information session, in order to make the parents aware that shared residence may be an appropriate option in the best interest of the child, and to work towards such a solution, by ensuring that mediators receive appropriate training and by encouraging multidisciplinary co-operation based on the “Cochem model”;.
Quanto dedotto è stato suggerito nella Risoluzione del Consiglio d’Europa n. 2079 del 2015, (passata, fino ad oggi, sotto silenzio) che precisa al punto 5.9 fra gli inviti agli stati membri di: “5. In the light of these considerations, the Assembly calls on the member States to: (..)5.9. encourage and, where appropriate, develop mediation within the framework of judicial proceedings in family cases involving children, in particular by instituting a court-ordered mandatory information session, in order to make the parents aware that shared residence may be an appropriate option in the best interest of the child, and to work towards such a solution, by ensuring that mediators receive appropriate training and by encouraging multidisciplinary co-operation based on the “Cochem model”;.
Ossia, traducendo la Risoluzione invita ad: “incoraggiare e, se del caso, sviluppare la mediazione nell'ambito
giudiziario, in cause familiari che coinvolgono minori, in particolare istituendo
un organo giudiziario obbligatorio, al
fine di sensibilizzare i genitori sul fatto che la residenza condivisa può
essere un’opzione appropriata nel
migliore interesse del bambino, e di lavorare verso tale soluzione, garantendo
che i mediatori ricevano una formazione adeguata e incoraggiando la
cooperazione multidisciplinare basata sul “modello Cochem”) ((1)).
Questa risoluzione torna sotto i riflettori sotto l’input dato da una recente decisione
della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, sent. 10 febbraio 2011, Tsikasis
c. Germania, ric. 1521/06, la quale ha condannato lo Stato tedesco per
avere sospeso per ben tre anni i rapporti tra un minore e il padre.
Si legge infatti nella pronuncia della CEDU: “nella crisi di
relazione tra genitori, anche in quella più conflittuale, non deve venire mai meno il diritto di visita del genitore non
affidatario nei confronti del figlio minore. Determina quindi una violazione
dell’articolo 8 della Convenzione, il comportamento del genitore che,
attuando dinamiche alienanti nei confronti dell’altro, impedisca a quest’ultimo
ed al proprio figlio di incontrarsi, limitando di fatto l’esercizio del diritto
di visita a venti ore totali nell’arco di 10 anni di separazione”.
Tornando alla
Risoluzione, questa raccomanda agli Stati membri di introdurre la pratica Cochemer, sulla quale a mio avviso
potrebbe essere utile spendere qualche parola.
La Cochemer Praxis non è una
pratica innovativa, sebbene pressochè sconosciuta, dato che venne elaborata ed
applicata negli anni novanta nell’omonima città tedesca da un ex giudice di famiglia Jürgen Rudolph, soggetto particolarmente
attento e orientato a trovare soluzioni contro il fenomeno dell’alienazione
genitoriale.
In che cosa consisteva questa pratica?
Come spiegava proprio Rudolph,
si trattava di una pratica giuridica incardinata
su una piena cooperazione di tutti gli attori coinvolti nella disgregazione del
nucleo, la quale, grazie alla collaborazione interprofessionale, stimolava
la prosecuzione di un rapporto "civile" tra i genitori separati o
divorziati, i quali sarebbero dovuti riuscire a mantenere un forte e diretto
rapporto con i figli ((2)).
Lo scopo della pratica era prevenire o porre rimedio all'alienazione
dei figli da parte dei loro genitori nei casi di separazione o divorzio. In
sostanza la pratica consisteva nel dirigere i genitori che si separavano ad una
sorta di mediazione obbligatoria. Tutti gli operatori del mondo giuridico,
giudici, avvocati, servizi sociali, erano e sono parte integrante attiva della Cochemer Praxis.
In particolare i legali, dovevano impegnarsi a redigere atti difensivi
a basso impatto, essere inclini al dialogo e preferire una soluzione
transattiva ad una conflittuale, mentre si cercava di giungere una soluzione
concordata.
Sempre su questa falsariga, se veniva raggiunto un accordo, se uno dei
genitori ostacolava la relazione del figlio con l’altro, automaticamente
l’affidamento era trasferito al genitore vittima.
A mio parere questa pratica, che in se stessa contiene alcune delle
critiche che ha mosso Gadner a tutti gli operatori che trattano le famiglie
alienate, sarebbe un valido ausilio per combattere efficacemente la P.A.S.,
principalmente perché, l’ausilio dei legali, soprattutto nella fase
precontenziosa, permetterebbe di plasmare soluzioni ad hoc per quella famiglia, peraltro concretamente attuabili.
Specialmente noi avvocati dovremmo riflettere su quanto teorizzato dal
Giudice Rudolph perché, anche la
redazione di atti più blandi, che tendano a conciliare anziché dividere, ci
permetterebbe di individuare soluzioni davvero efficaci tanto per i nostri
clienti quanto per i loro figli, il cui interesse deve sempre essere
prioritario nella scelta della linea difensiva da tenere.
((1)) Risoluzione del Consiglio Europeo n. 2079 in data 02.10.2015.
((2)) JÜRGEN RUDOLPH, Du bist mein Kind. Die "Cochemer Praxis" Wege zu einem menschlicheren Familienrecht, Berlin, 2007.
Fonte: Osservatorio
Mediazione Civile n. 29/2019