=> Consiglio Nazionale Forense, 23 novembre 2016
La qualità di socio
di un organismo di mediazione ex D.Lvo
n. 28/2010 non è
incompatibile con la professione di
avvocato e gli studi associati
possono essere soci dell’organismo
di mediazione. Quanto però all’assunzione degli incarichi defensionali, l’avvocato deve pur sempre osservare i
doveri previsti dal vigente codice deontologico nella salvaguardia della
propria reputazione e della immagine della professione forense (I)
(II).
(II) Tutti i
documenti del Consiglio Nazionale Forense in tema di mediazione sono reperibili nella pagina dell’Osservatorio
dedicata al CNF.
Fonte: Osservatorio
Mediazione Civile n. 30/2019
Consiglio Nazionale Forense
(rel. Merli), n. 144
23 novembre 2016
Quesito n. 181, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma pone due quesiti: con
il primo chiede di sapere se, alla luce di quanto previsto dall’art. 18 della
legge n. 247/2012 e dell’art. 14 bis del D.M. n. 180/2014, l’esercizio della
professione forense sia compatibile con la qualità di socio di un organismo di
mediazione ex D.Lvo n. 28/2010 e se gli studi legali associati possano essere,
a loro volta, soci dei suddetti organismi. Chiede infine di sapere se, in caso
di positivo riscontro al quesito che precede, gli avvocati soci dell’organismo
e gli avvocati soci dello studio legale associato, che sia anche socio
dell’organismo, non annoverati fra i mediatori del medesimo organismo, possano,
davanti a quest’ultimo, assumere incarichi defensionali.
Consiglio nazionale forense (rel. Merli), 23 novembre 2016, n. 114
Alla luce dell’art. 18 della L. n. 247/2012 la qualità di socio di un
organismo di mediazione non è incompatibile con la professione di avvocato. Gli
studi associati possono essere soci dell’organismo di mediazione.
Per quanto riguarda il secondo quesito è sufficiente precisare che
nello svolgimento dell’incarico professionale l’avvocato deve sempre osservare
i doveri previsti dal vigente codice deontologico nella salvaguardia della
propria reputazione e della immagine della professione forense.