Come noto, il c.d. decreto crescita 2.0 non ha previsto la da più parti
auspicata reintroduzione della c.d. mediazione obbligatoria (1).
Ciò malgrado l’esplicito auspicio di
Confindustria, la quale in sede di Audizione in Senato sul decreto-legge 18
ottobre 2012, n. 179, aveva evidenziato lo stretto
collegamento tra mediazione (e mediazione c.d. obbligatoria) e crescita del
Paese (2).
In particolare, osserva il Vice Presidente di
Confindustria Aurelio Regina nell’audizione del 6 novembre 2012 presso la Commissione
Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica, la crescita è, come
noto, “fortemente condizionata dai
malfunzionamenti di alcuni apparati istituzionali, tra cui la giustizia civile”.
Per questo motivo – prosegue il Vice Presidente
di Confindustria Aurelio Regina – “sarebbe importante … il ripristino della
mediazione obbligatoria”. Ciò, ovviamente, unitamente ad misure, quali ad
esempio quelle in tema di digitalizzazione dei procedimenti civili.
Nel corso della medesima audizione sono stati
inoltre evidenziati gli effetti positivi
del meccanismo dell’obbligatorietà della mediazione; obbligatorietà che, “nonostante il breve periodo di applicazione,
ha prodotto risultati importanti”: il 77% delle mediazioni avviate da marzo
2011 ad ottobre 2012 è effetto di questo obbligo e la metà di questi
procedimenti ha avuto esito positivo (circa 24.000 accordi, precisa
Confindustria).
L’importanza del meccanismo dell’obbligatorietà
risiede nel suo fondamentale ed “insostituibile” ruolo di strumento “per diffondere la conoscenza degli strumenti
ADR e incentivarne l’utilizzo”; ciò in un Paese come il nostro
caratterizzato da:
-
alto
tasso di litigiosità;
-
scarsa
propensione verso gli strumenti di soluzione delle liti alternativi al
giudizio.
Il rapporto tra mediazione obbligatoria e
crescita del Paese limpidamente è illustrato da Confindustria può essere
ricostruito in questi termini:
malfunzionamento
giustizia civile => mediazione
obbligatoria => diffussione utilizzo degli STRUMENTI ADR => deflazionamento contenziosi => effetti positivi sul funzionamento del sistema
giudiziario => effetti positivi
sulla competitività del Paese.
Riportiamo di seguito estratto dell’Audizione
del Vice Presidente di Confindustria Aurelio Regina
sul decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 recante
ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese presso la Commissione
Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica Roma, 6 novembre 2012,
come pubblicata sul sito web di Confindustria.
(1) Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179
recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese" convertito in
legge 17 dicembre 2012, n. 221 (in Gazzetta Ufficiale 18
dicembre 2012 n. 294). Si veda al riguardo Il decreto crescita 2.0 non reintroduce la mediazione obbligatoria,
in Osservatorio Mediazione Civile n. 1/13 (www.osservatoriomediazionecivile.blogspot.com)
(2) I documenti in materia possono essere
reperiti utilizzando la funzione “cerca” (digitando il termine “crescita”),
presente scorrendo il lato destro dell’home page dell’Osservatorio.
Fonte: Osservatorio Mediazione Civile n. 2/13
Commissione
Industria, Commercio, Turismo
del
Senato della Repubblica
Audizione
del Vice Presidente di Confindustria Aurelio Regina
sul
decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179
recante
ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese
Roma, 6
novembre 2012
9.1. Misure per la crescita
…omissis…
Crescita che, come noto, è fortemente
condizionata dai malfunzionamenti di alcuni apparati istituzionali, tra cui la
giustizia civile. Per questo motivo, sarebbe importante affiancare alle misure
già previste dal DL - in tema di digitalizzazione dei procedimenti civili - il
ripristino della mediazione obbligatoria, così da rimediare agli effetti di una
recente sentenza della Corte costituzionale. La Corte ha dichiarato
incostituzionale la mediazione obbligatoria per eccesso di delega, vanificando
gli effetti di un meccanismo che, nonostante il breve periodo di applicazione,
ha prodotto risultati importanti. Infatti, il 77% delle mediazioni avviate da
marzo 2011 ad oggi è l’effetto di questo
obbligo e la metà di questi procedimenti ha avuto esito positivo. Si tratta di
circa 24 mila accordi, vale a dire un numero grosso modo pari di cause civili
in meno portate in tribunale.
In un Paese come l’Italia, ad alto tasso di
litigiosità e con scarsa propensione verso gli strumenti di soluzione delle
liti alternativi al giudizio, l’obbligatorietà costituisce uno strumento insostituibile per diffondere la conoscenza
degli strumenti ADR e incentivarne l’utilizzo, radicando così una cultura
diversa. Deflazionando il numero di controversie che affluiscono presso i
tribunali, ciò determinerebbe
inevitabili effetti positivi sul funzionamento del sistema giudiziario e, quindi, sulla competitività del Paese.
AVVISO. Il
testo riportato non riveste carattere di ufficialità.