“Le statistiche
ministeriali pongono in evidenza che questo istituto ha consentito la
definizione di un considerevole numero di controversie, che nel primo semestre
dell’anno 2015 ammontavano a 99.560, a fronte di 107.634 nuove richieste. La
durata media della procedura (dall’iscrizione della richiesta al raggiungimento
dell’accordo) nello stesso primo semestre 2015 è stata di 98 giorni. Nonostante
i positivi segni sopra riferiti, dunque, è necessaria la consapevolezza che,
pur procedendosi verso una sua progressiva erosione, l’arretrato che pone la
giustizia civile italiana al di fuori dei parametri di Strasburgo costituisce
tuttora il reale problema da risolvere”.
Di seguito, si riporta estratto della Relazione, la
cui versione integrale è disponibile sul sito web della Corte di Cassazione al
seguente URL:
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
GIOVANNI CANZIO
RELAZIONE
sull’amministrazione della giustizia nell’anno
2015
Roma, 28 gennaio 2016
…omissis…
Non esistono, invece, sufficienti elementi per
saggiare l’influenza che la c.d. degiurisdizionalizzazione ha procurato sulla
riduzione delle nuove iscrizioni di cause ordinarie. Sono disponibili i dati
relativi alla mediazione, costituente uno dei più immediati strumenti di
deflazione del contenzioso civile.
Le statistiche ministeriali pongono in evidenza che
questo istituto ha consentito la definizione di un considerevole numero di
controversie, che nel primo semestre dell’anno 2015 ammontavano a 99.560, a
fronte di 107.634 nuove richieste. La durata media della procedura
(dall’iscrizione della richiesta al raggiungimento dell’accordo) nello stesso
primo semestre 2015 è stata di 98 giorni. Nonostante i positivi segni sopra
riferiti, dunque, è necessaria la consapevolezza che, pur procedendosi verso
una sua progressiva erosione, l’arretrato che pone la giustizia civile italiana
al di fuori dei parametri di Strasburgo costituisce tuttora il reale problema
da risolvere.
I dati positivi sono ricondotti, oltre che all’effetto
congiunto delle riforme legislative a carattere deflattivo, anche ai maggiori
costi di accesso alla giustizia e all’adozione da parte degli uffici giudiziari
di prassi virtuose e programmi di riorganizzazione, secondo criteri di
specializzazione ed efficientamento delle risorse. Queste prassi sono adottate
con la collaborazione dei locali “osservatori” sulla giustizia civile, mediante
formulazione di protocolli condivisi da tutti gli operatori coinvolti
(magistrati, avvocati, cancellieri), dalla cui adozione, segnalano i Presidenti
delle Corti d’appello, deriva un consistente incremento di produttività. Queste
considerazioni, che pure nell’ambito nazionale costituiscono il segno di una
inversione di tendenza e di un sensibile recupero di efficienza della struttura
giudiziaria, trovano una qualche rappresentazione anche in campo
internazionale. Il rapporto 2016 Doing Business, con riferimento ai parametri
tempi e costi delle controversie, colloca il nostro Paese al n. 111 nella graduatoria
dei 189 Paesi presi in considerazione, con un miglioramento di 13 posizioni
rispetto al 2014. In questa graduatoria, tuttavia, molti Stati membri della
Unione europea si collocano in posizione migliore (Germania 12, Francia 14,
Regno Unito 33, Spagna 39, Svizzera 46, Belgio 53).
Maggiore considerazione questa indagine offre, invece,
circa la qualità del servizio giudiziario. Essa tiene conto di quattro
sottoparametri (struttura degli uffici e delle procedure, modalità di esame
della controversia, automazione degli uffici giudiziari, modalità di
risoluzioni alternative) che, in una scala da 1 a 18, consentono all’Italia di
occupare la seconda posizione con il punteggio 13, il più alto dopo quello del
Regno Unito fissato a 16,5.
Tali giudizi sul grado di efficienza della giustizia
civile sono strumentali alla verifica dell’idoneità del sistema economico
italiano a favorire lo sviluppo dell’iniziativa economica privata. “La
conclusione del contenzioso di carattere economico”, afferma il rapporto, “costituisce
per l’imprenditore un aspetto importante, dato che i tribunali interpretano le
leggi che regolano il mercato e proteggono i diritti dell’economia. Tribunali
efficienti e trasparenti incoraggiano nuovi rapporti di affari, atteso che le
imprese sanno che possono rivolgersi a loro se un consumatore omette di pagare
ilsuo debito.La rapidità dei giudizi è essenziale per le piccole imprese, che
potrebbero mancare delle necessarie risorse nell’attesa dell’esito di una lunga
controversia dinanzi ad un tribunale”.
…omissis…
AVVISO. Il
testo riportato non riveste carattere di ufficialità.