La
nuova mediazione.
Regole
e tecniche dopo le modifiche introdotte dal "Decreto del fare" (d.l.
69/2013, conv., con mod., in l. 98/2013)
A
cura di G. Falco e G. Spina
Anno
2014
Pagine:
XVI – 738
Giuffrè Editore
Giuffrè Editore
Autori: A. M.
Basso, G. Battaglia, A. Berretta, E. Bianchi,
M. Crocitto, P. F. Cuzzola, D. De Rito, M. De Ventura, M. Filippelli, I.
Gionfriddo, A. Giordano, F. Imposimato, M. Lotti, D. Marinelli, M. Mecacci, E.
Morano Cinque, R. Plenteda, M. Rinaldi, G. Spina, M. Tosoni, V. Vasapollo.
Consulta la
presentazione e l’indice completo dell’Opera sul portale di Giuffré Editore a questo
link: http://www.giuffre.it/it-IT/products/66425.html
Riportiamo l’introduzione
del Volume
La ricerca
di un accordo amichevole per la composizione di una controversia non
rappresenta certo una novità nella storia umana. Nel Vangelo secondo Luca, ad
esempio, si legge “quando vai con il tuo
avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo
con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice ed il giudice ti
consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico che
non uscirai di là finché non avrai pagato l’ultimo spicciolo” (Lc. 12,
58-59).
Eppure, si
parla dell’istituto della mediazione civile come di una delle più
rilevanti, e dibattute, novità inserite negli ultimi anni nel pano-rama della gestione
delle controversie civili e commerciali. Ciò in ragione dell’impianto
normativo, nato di recente, volto a disciplinare il funzionamento di tale
istituto e ad inserirlo, in modo strutturato, all’interno del nostro
ordinamento giuridico: il decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28.
Norma giovane
ma con una storia assai complessa, tra cui una pro-nuncia di incostituzionalità
nel 2012 (C. Cost. n. 272/2012) e le rilevanti modifiche inserite
nell’agosto del 2013 (decreto legge 21 giugno 2013 n. 69, c.d. “decreto del
fare”, convertito in legge 9 agosto 2013, n. 98), di cui il Manuale tenta di dar conto in modo
esaustivo e dettagliato.
In estrema
sintesi, la logica sottesa all’istituto in parola, appartenente agli alternative means of dispute resolution (mezzi
di risoluzione delle controversie alternativi alla giurisdizione) è il principio
della centralità delle parti in lite: le parti tentano di trovare, esse
stesse, grazie all’attività svolta dal mediatore, la soluzione (accordo
conciliativo) più adatta alla loro specifica situazione. La soluzione della
lite – diversamente da quanto avviene all’interno di un processo, ovvero
nel caso di altri istituti, strumenti o logiche di risoluzione delle
controversie (arbitrato, transazione, negoziazione, etc.) – non è imposta da
altri (tramite la distribuzione di torti e ragioni), né ricercata solo sulla
base dei principi giuridici applicabili alla fattispecie (tramite reciproche
concessioni delle parti in lite rispetto alle originarie pretese). L’accordo
conciliativo, in-vece, nasce (in caso, ovviamente, di esito positivo del
procedimento) dal dialogo tra le parti; dialogo, re-instaurato tra di
esse grazie all’opera del mediatore, grazie al quale si giunge all’emersione
dei reali interessi in gioco ed al superamento delle posizioni
inizialmente vantate.
La soluzione
conciliativa, in tal modo, risulta, in una logica di piena soddisfazione
delle parti, quanto più aderente alle specifiche peculiarità della
singola controversia. Le possibilità di accordo – non vigendo nella
mediazione il principio della domanda di cui all’art. 112 c.p.c. – possono
dunque risultare estremamente variegate, creative ed imprevedibili,
nonché coinvolgere il complessivo rapporto tra parti: in mediazione,
infatti, entrano anche gli elementi che non sono stati inizialmente inseriti
nell’istanza di mediazione, assumendo rilievo non solo gli aspetti che hanno
generato la controversia dedotta, ma anche la ridefinizione dell’intera
relazione intersoggettiva tra le parti in prospettiva futura.
La mediazione
civile, sebbene sia altro rispetto alla risoluzione giurisdizionale delle
controversie, ha notevoli rapporti con la dimensione del diritto e delle
professioni legali (in generale) e con il processo ci-vile (in
particolare).
Il Manuale parte proprio dalla consapevolezza
di fondo circa tale ancipite natura dell’istituto, con l’intento di illustrarne
il funzionamento nell’ottica della forte connessione (necessaria ed
anche proficua) tra mediazione e risoluzione giurisdizionale delle liti; tra
mediazione e di-ritto. Entrambi componenti del mondo della Giustizia e della
risoluzione dei conflitti civili, seppur ciascuno caratterizzato dalla
propria specificità ed autonomia.
In questa
logica si ritiene non solo utile, ma anzi necessario, coinvolgere nel
processo di sviluppo dell’istituto in trattazione tutte le professionalità
attive nella gestione dei conflitti, quindi, in primis, an-che quelle legali, nell’ottica di una reciproca
collaborazione e crescita professionale, umana e sociale.
Il Manuale è diviso in due parti.
La prima,
introduttiva, volta ad analizzare la logica della mediazione e la ratio sottesa all’istituto.
La seconda, di portata più specifica e ben più estesa
della prima, volta ad analizzare il concreto funzionamento della mediazione
civile in tutti i suoi aspetti pratici (mediazione obbligatoria, disposta
dal giudice, facoltativa e concordata; iter
procedimentale; aspetti sostanziali e rapporti col processo civile;
spese di mediazione ed aspetti fiscali; mediatori, organismi e ruolo degli
avvocati).
Il Manuale nasce come lavoro
collettaneo. Il che gli conferisce l’ulteriore ricchezza derivante dal
contenere diverse professionalità, approcci e letture dell’istituto in
studio.
Un lavoro, quindi,
volto a fornire al lettore (sia esso professionista del diritto e/o della
mediazione, o, ancora, studioso della materia) un’approfondita analisi del
funzionamento dell’istituto, grazie all’utilizzo dell’ampio e variegato
panorama di visioni prospettiche proposte.
Tale
impostazione è accostata ad un’indagine rigorosa e ad una trattazione
aggiornata e pratica dell’istituto (in quest’ottica, l’analisi delle
singole disposizioni normative è effettuata in chiave sia descrittiva che
prescrittiva, sviscerando criticità e dubbi interpretativi, presentando
soluzioni operative e proponendo modelli di atti e formule).
L’ambizione
di chi scrive, è di aver realizzato – grazie al contributo di tutti gli Autori
ed alla loro professionalità, nonché all’insostituibile supporto del testo dal
Prof. Avv. Luigi Viola, al quale va tutta la riconoscenza – uno strumento di
lavoro utile ed esaustivo che contribuisca alla diffusione della cultura
della mediazione.
La mediazione
consiste in una vera e propria rivoluzione culturale nel modello di gestione
dei conflitti civili.
Sta a
ciascuno di noi attuarla, cogliendo la sfida che l’attuale momento storico ci
propone.
Milano,
novembre 2013
Giulio Spina
Fonte: Osservatorio
Mediazione Civile n. 84/2013