Sono state rese note le nuove statistiche ministeriali sulla
mediazione (rilevazione statistica con proiezione nazionale a cura del Dipartimento
della Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi - Direzione
Generale di Statistica e Analisi Organizzativa) relative al periodo 1 gennaio – 30 giugno 2023 (1).
Nel secondo trimestre 2023 gli organismi rispondenti
sono stati 371 su 557. Si tratta di un dato in forte calo rispetto ai periodi
precedenti, laddove dall’analisi delle statistiche ministeriali in questione
l’Osservatorio aveva evidenziato, sino a tutto il 2022, un costante trend di
diminuzione degli organismi di mediazione operanti in Italia e, parallelamente,
di un maggior campione di organismi rispondenti alle indagini statistiche
ministeriali (nella rilevazione statistica relativa al 2022, ad esempio, questi
erano stati 423).
Nel semestre di riferimento si registrano 92.212 procedimenti iscritti e 75.060 procedimenti definiti.
Nella rendicontazione si dà atto di quanto
segue: “Il confronto delle iscrizioni e delle definizioni del 1° semestre 2023
con quelle dello stesso periodo del 2022 evidenzia un incremento di circa l’8%
per le iscrizioni e dell’1% per le definizioni. Se si esegue lo stesso
confronto con i dati del 1° semestre 2019, anno pre pandemia, si evidenzia un
incremento di circa il 20% per le iscrizioni e del 2,6% per le definizioni.
Pertanto, i confronti eseguiti mostrano un incremento del ricorso all’istituto
della mediazione anche se le definizioni recuperano più lentamente la ripresa,
registrata nel 2021, dell’attività giudiziaria post pandemia”.
Tra le controversie
maggiormente trattate in mediazione si confermano – dato ormai consolidato
– quelle in tema di diritti reali (16,1
%), condominio (13,6%), contratti bancari (13,2 %) e locazione (10,5%).
Nel periodo in questione l’aderente compare nel 53,4% dei casi.
In tali casi (ovvero in caso di aderente
comparso), nel 29% dei procedimenti
si raggiunge l’accordo conciliativo.
Si tratta di dati che confermano il trend evidenziato da tempo
dall’Osservatorio di leggera, ma costante, crescita delle percentuali in
questione, ad eccezione di quanto riscontrato nell’anno 2020 (con riferimento
al quale il la precedente rilevazione ministeriale aveva osservato che “La
riduzione nella percentuale di aderente comparso osservata nel 2020 ha
risentito degli effetti della pandemia Codiv-19”).
La rendicontazione ministeriale in
questione. poi, precisa che “Da una analisi a campione risulta che il tasso di successo sale al 48,2% se le
parti accettano di sedersi al tavolo della mediazione anche dopo il primo
incontro” [grassetto a cura dell’Osservatorio]. Tale dato – come già
sottolineato nei precedenti lavori di analisi svolti dall’Osservatorio – risulta
sostanzialmente in linea con le ultime rilevazioni ministeriali e si ribadisce,
pertanto, che alle parti conviene svolgere con fiducia e serietà il tentativo conciliativo,
senza fermarsi al primo incontro, ma proseguendo il percorso mediatizio anche
oltre (2).
Tra le controversie nelle quali si registra
una maggiore percentuale di comparizione
dell’aderente (superiore al 50%) si confermano quelle che riguardano
rapporti familiari, nonché le liti relative, in generale, a rapporti sociali o
contrattuali, destinati a durare nel tempo, caratterizzati dalla particolare
rilevanza soggettiva delle parti (successioni ereditarie, divisione, diritti
reali, condominio, affitto di aziende, locazione, contratti bancari, patti di
famiglia).
In merito alla categorie di mediazione, si
conferma che la maggior parte dei procedimenti definiti afferisce alla mediazione c.d. obbligatoria ex lege o ante
causam. Si tratta dell’86,2% dei procedimenti totali, percentuale così
composta: 15,3% (invio in mediazione da parte del giudice per mancato
esperimento obbligatorio del procedimento prima del giudizio) e 70,9% (esperimento
della procedura svolto prima del processo).
L’1,1% dei procedimenti definiti nel
periodo in questione, invece, afferisce alla c.d. mediazione delegata o demandata dal giudice, mentre il 12,7% dei
procedimenti definiti afferisce alla mediazione
volontaria o facoltativa.
In generale, dai dati si conferma che la mediazione ha maggiore probabilità di
successo in caso di procedimento volontario (successo pari al 36% dei
casi).
Ad ogni modo, in caso di mediazione obbligatoria, se il
procedimento viene svolto prima del
giudizio la percentuale di successo è pari al 31%; dato che scende
drasticamente al solo 15% in caso invio in mediazione da parte del giudice per mancato
esperimento obbligatorio del procedimento prima del giudizio.
Anche la mediazione demandata (quindi invio in mediazione delle parti da
parte del giudice in materie non assoggettate alla c.d. mediazione
obbligatoria) registra una non trascurabile percentuale di successo (24% dei
casi).
Tali percentuali migliorano quando le parti
accettano di sedersi al tavolo delle mediazioni anche dopo il primo incontro:
rispettivamente 55% (volontaria); 50% e 34% (obbligatoria); 38% (demandata).
Si conferma quindi, anche alla luce di tali
dati, il lento, ma progressivo, miglioramento delle performances delle mediazioni gestite nel nostro Paese, nonché
l’importanza di riuscire a realizzare dei veri e propri incontri di mediazione
che vadano oltre il c.d. primo incontro informativo tra le parti.
D’altro canto, appare anche evidente come,
una volta instaurato il giudizio, appaia ormai meno probabile il raggiungimento
dell’accordo conciliativo.
Si confermano quindi le riflessioni svolte
dall’Osservatorio nelle precedenti analisi.
Questi i numeri relativi agli Organismi di mediazione presenti in Italia.
Tipologia Organismi di conciliazione
|
Organismi al 30.6.2022 |
Procedimenti definiti |
ORGANISMI DELLE
CAMERE DI COMMERCIO
|
66 |
5.113 |
ORGANISMI PRIVATI
|
347 |
45.398 |
ORDINE AVVOCATI
|
108 |
24.146 |
ALTRI ORDINI
PROFESSIONALI
|
34 |
403 |
Totale complessivo
|
555 |
75.060 |
Quanto alla presenza dell’avvocato in mediazione, nelle mediazione volontarie nell’77%
dei casi i proponenti sono assistiti dal proprio legale, mentre l’86% i chiamati in mediazione è assistito da
un avvocato. Si tratta di dati ormai consolidati.
Quanto alla durata delle mediazione, rispetto agli 406 gg. del contenzioso
ordinario, la procedura ADR, con aderente comparso e accordo raggiunto, dura 183 giorni; dato in linea con la
rendicontazione precedente. Laddove l’Osservatorio aveva confermato il lieve,
costante, trend di aumento della
durata delle mediazioni a fronte di un miglioramento delle performances
mediatizie (percentuali di procedimenti conclusi con l’accordo) (3).
(1)
Le analisi curate dall'Osservatorio Nazionale sulla Mediazione Civile di
tutte le precedenti rilevazioni statistiche sono consultabili a questo indirizzo.
(3) Dato
relativo alla DURATA EFFETTIVA SICID anno 2020; fonte: Ministero della
Giustizia (Direzione generale di statistica e analisi organizzativa), LA DURATA DEI PROCEDIMENTI CIVILI. Analisi
ed evoluzione dell’indicatore Durata media Effettiva - ANNI 2012 – 2019 E PRIMI
NOVE MESI 2020. Il registro SICID
comprende quattro ruoli o macromaterie: affari contenziosi, controversie in
materia di lavoro e previdenza, procedimenti speciali e sommari e volontaria
giurisdizione; dal calcolo della durata sono esclusi l’attività del Giudice
Tutelare, gli accertamenti tecnici preventivi in materia previdenziale e le
verbalizzazioni di dichiarazioni giurate in Tribunale. Per Indicatore di DURATA
EFFETTIVA (DE) si intende la misura il tempo medio che è stato necessario per
la definizione dei procedimenti conclusi nell’anno di riferimento. La durata è
calcolata come differenza tra la data di iscrizione e la data in cui viene
pubblicata la sentenza o il provvedimento di definizione. È la misura
utilizzata per il calcolo dell’indicatore di Benessere Equo e Sostenibile (BES)
di efficienza della giustizia civile il cui andamento, a partire dall’annualità
2012, viene analizzato nella Relazione allegata al Documento di economia e
finanza.
Fonte: Osservatorio
Mediazione Civile n. 43/2023