Il Ministero della Giustizia ha reso noti i
nuovi dati sulla diffusione della mediazione civile e commerciale relativi al primo semestre del 2013 (1).
La rilevazione statistica con proiezione
nazionale delle iscrizioni rileva, con riferimento al 2013, un drastico calo dei procedimenti:
- iscrizioni 2011: 60.810;
- iscrizioni 2012: 154.879;
- iscrizioni primo semestre 2013: circa 1.600.
La principale motivazione di tale calo pare
essere – come già rilevato nella precedente analisi – la pronuncia di
incostituzionalità della c.d. mediazione obbligatoria (2).
Con riferimento al periodo 1 gennaio 2013 –
30 giugno 2013, tra le materie
assoggettate alla mediazione obbligatoria quella maggiormente prevalente
riguarda i contratti bancari (17,8% sul totale). Oltre al 5% si assestano poi solo
le controversie in materia di locazione, di condominio e sui diritti reali.
Si registra, inoltre, un aumento di
procedimenti volontari (47,8% sui procedimento totali), cui corrisponde un
aumento del tasso di successo della mediazione (66,6%); tasso che scende al 38,9%
ed al 28,6% in caso, rispettivamente, di mediazione obbligatoria e demandata
dal giudice.
Ad ogni modo, quanto allo svolgimento dei
singoli procedimenti, va segnalato che – ancora – solo nel 31,5% dei casi l’aderente
compare (e si svolge quindi effettivamente il procedimento di mediazione, che,
circa nella metà dei casi, giunge al raggiungimento dell’accordo conciliativo).
(1)
Le analisi curate dall'Osservatorio Nazionale sulla Mediazione Civile di
tutte le precedenti rilevazioni statistiche sono consultabili a questo indirizzo.
(2)
Si veda C. Cost. n.
272/12: incostituzionalitàdella mediazione obbligatoria per eccesso di delega
legislativa, in Osservatorio Mediazione Civile n. 128/2012
(www.osservatoriomediazionecivile.blogspot.com).
Come ivi osservato, l’obbligatorietà
prevista dal legislatore delegato del 2010 all’art. 5, comma 1, D.lgs. n.
28/2010 è stata dunque un fattore trainante della mediazione, ma senza portare – come prevedibile – ad una effettiva
della cultura della mediazione tale da permettere all’istituto di
mantenere, al venir meno dell’obbligo normativo, i numeri di diffusione
raggiunti. Ripristino o meno dell’obbligatorietà, pertanto, molto si deve
ancora fare su tale primario aspetto,
in termini – innanzitutto – di comunicazione ed informazione. Sul punto si
segnala il contributo:
- G. Spina, Oltre l’obbligatorietà della mediazione tra comunicazione e migliore qualità del servizio: il bilancio sociale per gli organismi di mediazione, in Osservatorio Mediazione Civile n. 86/2013.
Fonte: Osservatorio
Mediazione Civile n. 2/2014