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16 gennaio 2014

2/14. Ministero della Giustizia: dati statistici sulla mediazione relativi al primo semestre 2013 (Osservatorio Mediazione Civile n. 2/2014)

Il Ministero della Giustizia ha reso noti i nuovi dati sulla diffusione della mediazione civile e commerciale relativi al primo semestre del 2013 (1).

La rilevazione statistica con proiezione nazionale delle iscrizioni rileva, con riferimento al 2013, un drastico calo dei procedimenti:
  • iscrizioni 2011: 60.810;
  • iscrizioni 2012: 154.879;
  • iscrizioni primo semestre 2013: circa 1.600.

La principale motivazione di tale calo pare essere – come già rilevato nella precedente analisi – la pronuncia di incostituzionalità della c.d. mediazione obbligatoria (2).

Con riferimento al periodo 1 gennaio 2013 – 30 giugno 2013, tra le materie assoggettate alla mediazione obbligatoria quella maggiormente prevalente riguarda i contratti bancari (17,8% sul totale). Oltre al 5% si assestano poi solo le controversie in materia di locazione, di condominio e sui diritti reali.

Si registra, inoltre, un aumento di procedimenti volontari (47,8% sui procedimento totali), cui corrisponde un aumento del tasso di successo della mediazione (66,6%); tasso che scende al 38,9% ed al 28,6% in caso, rispettivamente, di mediazione obbligatoria e demandata dal giudice.
  
Ad ogni modo, quanto allo svolgimento dei singoli procedimenti, va segnalato che – ancora – solo nel 31,5% dei casi l’aderente compare (e si svolge quindi effettivamente il procedimento di mediazione, che, circa nella metà dei casi, giunge al raggiungimento dell’accordo conciliativo).

La rilevazione statistica ministeriale è consultabile sul sitoweb del Ministero della Giustizia.

(1) Le analisi curate dall'Osservatorio Nazionale sulla Mediazione Civile di tutte le precedenti rilevazioni statistiche sono consultabili a questo indirizzo.

Come ivi osservato, l’obbligatorietà prevista dal legislatore delegato del 2010 all’art. 5, comma 1, D.lgs. n. 28/2010 è stata dunque un fattore trainante della mediazione, ma senza portare – come prevedibile – ad una effettiva della cultura della mediazione tale da permettere all’istituto di mantenere, al venir meno dell’obbligo normativo, i numeri di diffusione raggiunti. Ripristino o meno dell’obbligatorietà, pertanto, molto si deve ancora fare su tale primario aspetto, in termini – innanzitutto – di comunicazione ed informazione. Sul punto si segnala il contributo:

Fonte: Osservatorio Mediazione Civile n. 2/2014

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