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29 novembre 2023

44/23. No alla rappresentanza in mediazione in assenza di procura speciale di contenuto sostanziale: improcedibilità in caso di procura generale alle liti meramente processuale e non redatta per il singolo affare (Osservatorio Mediazione Civile n. 44/2023)


=> Tribunale di Napoli Nord, 2 ottobre 2023 

La parte non può evitare di presentarsi davanti al mediatore inviando soltanto il proprio avvocato, in assenza di procura speciale di contenuto sostanziale per rappresentarlo nel procedimento di mediazione. Ciò posto, in tema di possesso dei poteri di rappresentanza in mediazione, non si condivide l’opinione in base alla quale integra idonea procura speciale, tale da legittimare la sostituzione della parte nel singolo procedimento di mediazione, la procura generale alle liti rilasciata dalla parte in favore dell’avvocato (sebbene redatta con atto notaio) qualora il perimetro della detta procura alle liti si presenti eccessivamente ampio e potenzialmente comprensivo della generalità delle controversie insorgenti tra le parti (e quindi, per tale sua stessa natura, non rechi alcun riferimento alla specifica controversia). La mera procura generale alle liti, sebbene conferita per atto notarile,  se non redatta per il singolo affare e non prevede il conferimento di poteri di natura sostanziale, non rendendo la chiara specificazione dei poteri e dei limiti attribuiti al procuratore, non appare idonea a conferire i necessari poteri per partecipare al procedimento e disporre dei diritti sostanziali che ne sono oggetto, ovvero negoziare, transigere, conciliare e sottoscrivere il verbale di conclusione della mediazione, sia nell’ipotesi negativa che positiva (nella specie, la questione è stata sottoposta al contraddittorio processuale; tuttavia la parte opposta non ha offerto altra documentazione integrativa utile a sanare il difetto di rappresentanza rilevato; non vi è prova quindi che l’opposta abbia conferito all’avvocato idonea procura speciale a rappresentarla nel presente procedimento di mediazione, mediante il conferimento di poteri di natura sostanziale e non meramente processuale, tali da consentirgli di rappresentare efficacemente gli interessi della società e di impegnarla nel caso di raggiungimento di un’intesa transattiva; di conseguenza, l’assenza della parte istante - o di un suo rappresentante munito di validi poteri sostanziali - ha reso del tutto inefficace il tentativo di mediazione, per cui la condizione di procedibilità non può dirsi avverata) (I) (II).

(I) Si veda l’art. 8, d.lgs. n. 28/2010 (come novellato dalla c.d. riforma Cartabia), in Osservatorio Mediazione Civile n. 28/2023.

(II) In argomento si veda Cassazione civile 27.3.2019, n. 8473, in Osservatorio Mediazione Civile n. 19/2019.


Fonte: Osservatorio Mediazione Civile n. 44/2023

(www.osservatoriomediazionecivile.blogspot.com)

 

Tribunale di Napoli Nord

Sentenza n. 3885

2 ottobre 2023

 

Omissis

 

Nell’esame delle questioni oggetto di causa occorre procedere con priorità al vaglio della procedibilità della domanda, che costituisce uno specifico motivo di opposizione.

La questione, tempestivamente contestata da parte opponente e ribadita nelle successive memorie, assume carattere assorbente. Il tentativo di mediazione infatti risulta essere stato promosso con modalità che non consentono di ritenere avverata la condizione di procedibilità, sotto il profilo della effettiva partecipazione delle parti.

Ai sensi dell’art. 8 d.lgs. 28/2010, davanti al mediatore è obbligatoria la comparizione personale delle parti. La presenza è imposta dalla natura stessa del procedimento di mediazione come meccanismo di risoluzione alternativa delle controversie, volto a conciliare le parti mediante una soluzione bonaria della lite: “il legislatore ha previsto e voluto la comparizione personale delle parti dinanzi al mediatore, perché solo nel dialogo informale e diretto tra parti e mediatore, conta che si possa trovare quella composizione degli opposti interessi satisfattiva al punto da evitare la controversia ed essere più vantaggiosa per entrambe le parti” (Cassazione civile, 27/03/2019, n. 8473).

Tale obbligo non comporta che la partecipazione sia attività non delegabile, ma che il delegato sia munito di apposita procura speciale sostanziale che lo abiliti a disporre dei diritti del soggetto (cfr. ex multis Corte appello Napoli, 29/09/2020, n.3227; Tribunale Milano, 02/07/2019, n.6458). La parte che non voglia o non possa comparire personalmente davanti al mediatore può delegare anche il proprio avvocato, come osservato dalla parte opposta, purché dietro conferimento di “procura avente lo specifico oggetto della partecipazione alla mediazione e il conferimento del potere di disporre dei diritti sostanziali che ne sono oggetto (ovvero, deve essere presente un rappresentante a conoscenza dei fatti e fornito dei poteri per la soluzione della controversia…)” (Cass. cit.).

La procura sostanziale ha oggetto diverso e più ampio della mera procura alle liti rilasciata al difensore e da questi autenticata: “sebbene la parte possa farsi sostituire dal difensore nel partecipare al procedimento di mediazione, in quanto ciò non è auspicato, ma non è neppure escluso dalla legge, non può conferire tale potere con la procura conferita al difensore e da questi autenticata, benché possa conferirgli con essa ogni più ampio potere processuale” (Cass. n. 8473 cit.; nella giurisprudenza di merito si vedano Tribunale Catania, 04/05/2023; Tribunale Velletri, 19/10/2021, n.1892; Corte appello L’Aq., 15/07/2021, n.1129; Tribunale Roma, 03/06/2020, n.7981; Tribunale Salerno, 15/01/2020).

La giurisprudenza ha chiarito che solo l’autentica notarile è idonea a soddisfare questi requisiti di forma e di contenuto perché il rappresentato, “trattandosi di rappresentanza avente natura negoziale e non processuale, deve conferire adeguata procura ad negotia che autorizzi il rappresentante ad agire in nome e per conto, con chiara specificazione dei poteri e dei limiti e solo la procura notarile speciale, redatta per il singolo affare, è idonea a fornire le indispensabili garanzie sulla sua utilizzabilità nei riguardi di terzi” (Corte appello Napoli, 29/09/2020, n. 3227).

Dunque la semplice procura alle liti non è idonea ad attribuire al difensore i poteri di rappresentanza sostanziale, perché la mediazione rappresenta una “parentesi non giurisdizionale all’interno del processo” (Cass. civ. 14/12/2021, n. 40035).

A supporto di questa interpretazione, costituisce un valido parametro ermeneutico la recente riforma dell’istituto della mediazione che, raccogliendo la riflessione giurisprudenziale maturata sul punto, ha espressamente stabilito che “I soggetti diversi dalle persone fisiche partecipano alla procedura di mediazione avvalendosi di rappresentanti o delegati a conoscenza dei fatti e muniti dei poteri necessari per la composizione della controversia” (art. 8, comma 4, d.lgs. 28/2010 così come novellato dall’art. 7, co. 1, lett. a), d.lgs. 149/2022). Emerge con chiarezza l’intentio legis di favorire la mediazione delle controversie, fornendo “indicazioni ulteriormente restrittive” alla interpretazione già consolidata (Corte appello Napoli, 19/09/2022 n. 3843).

Dall’analisi discende che la parte non possa evitare di presentarsi davanti al mediatore inviando soltanto il proprio avvocato, in assenza di procura speciale di contenuto sostanziale per rappresentarlo nel procedimento di mediazione.

Nel caso di specie, dal verbale di mediazione risulta che davanti al mediatore sia comparso soltanto l’avv. ---, qualificato come difensore della parte, sebbene non risulti essere stata rilasciata all’avv. --- una idonea procura speciale, tale da legittimare la sostituzione della parte opposta nel singolo procedimento di mediazione.

Questi ha ribadito la idoneità della procura generale alle liti, rilasciata in suo favore il 15/7/2010 e redatta dal notaio Maurizio Marino (n. rep. 67250 e racc. 18479), a giustificare il possesso dei poteri di rappresentanza in mediazione. Tuttavia, il perimetro della procura alle liti si presenta eccessivamente ampio e potenzialmente comprensivo della generalità delle controversie insorgenti tra la società e i terzi; dunque, per sua stessa natura, non reca alcun riferimento alla specifica controversia tra la società ricorrente, Do. Pa. e Fl. Co. . Al contrario, la procura attribuiva al legale facoltà di ampio contenuto, sia con riferimento ai rapporti nella titolarità della XX s.p.a. (allora XX Credit Management Bank s.p.a.), sia con riferimento “ai rapporti dalla stessa gestiti su mandato”, sul presupposto non dimostrato che la mandante avesse autorizzato la mandataria a rilasciare una sub-procura a terzi, in violazione del principio delegatus non potest delegare.

In realtà, la procura conferita all’avv. --- è una mera procura generale alle liti che, sebbene sia stata conferita per atto notarile, non è stata “redatta per il singolo affare” e non prevede il conferimento di poteri di natura sostanziale: non rende cioè la “chiara specificazione dei poteri e dei limiti” attribuiti al procuratore.

Pertanto, la procura allegata dalla parte non appare idonea a conferire i necessari poteri per partecipare al procedimento e “disporre dei diritti sostanziali che ne sono oggetto”, ovvero negoziare, transigere, conciliare e sottoscrivere il verbale di conclusione della mediazione, sia nell’ipotesi negativa che positiva.

Con ordinanza del 11/5/2021, la questione è stata sottoposta al contraddittorio processuale, tuttavia la parte opposta non ha offerto altra documentazione integrativa utile a sanare il difetto di rappresentanza rilevato.

Non vi è prova quindi che la società opposta abbia conferito all’avv. --- idonea procura speciale a rappresentarla nel presente procedimento di mediazione, mediante il conferimento di poteri di natura sostanziale e non meramente processuale, tali da consentirgli di rappresentare efficacemente gli interessi della società e di impegnarla nel caso di raggiungimento di un’intesa transattiva.

In conclusione, l’assenza della parte istante - o di un suo rappresentante munito di validi poteri sostanziali - ha reso del tutto inefficace il tentativo di mediazione, per cui la condizione di procedibilità non può dirsi avverata.

Da tutto quanto esposto discende l’improcedibilità della domanda e, per l’effetto, il decreto ingiuntivo opposto va revocato (Cass. civ. sez. un., 18/09/2020, n. 19596).

Non occorre esaminare le ulteriori questioni di merito sollevate dalle parti, stante il carattere assorbente della improcedibilità, da sola idonea a definire il giudizio.

Le spese seguono la soccombenza e si liquidano come da dispositivo aggiornati al D.M. 147/2022, sulla scorta del valore dichiarato della lite. I compensi professionali vengono commisurati ai valori minimi, in ragione del fatto che la decisione ha avuto ad oggetto questioni di non particolare complessità e per l’assenza di istruttoria. Vanno inoltre rimborsate le spese vive documentate pari ad € 286,00.

 

PQM

 

Il Tribunale di Napoli Nord, Terza sezione Civile, in composizione monocratica, definitivamente pronunciando nella causa promossa come in narrativa, ogni contraria istanza ed eccezione disattesa, così provvede: accoglie l’opposizione e, per l’effetto, revoca il decreto ingiuntivo omissis dal Tribunale di Napoli Nord; condanna la società opposta al pagamento in favore di controparte delle spese di lite pari ad € 286,00 per esborsi ed € 3.809,00 per compensi professionali, oltre rimborso forfettario al 15%, cpa ed iva, con distrazione in favore del difensore.

 

AVVISO. Il testo riportato non riveste carattere di ufficialità. 

22 novembre 2023

43/23. Ministero della Giustizia: dati statistici sulla mediazione 1 gennaio – 30 giugno 2023 (Osservatorio Mediazione Civile n. 43/2023)


Sono state rese note le nuove statistiche ministeriali sulla mediazione (rilevazione statistica con proiezione nazionale a cura del Dipartimento della Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa) relative al periodo 1 gennaio – 30 giugno 2023 (1).

Nel secondo trimestre 2023 gli organismi rispondenti sono stati 371 su 557. Si tratta di un dato in forte calo rispetto ai periodi precedenti, laddove dall’analisi delle statistiche ministeriali in questione l’Osservatorio aveva evidenziato, sino a tutto il 2022, un costante trend di diminuzione degli organismi di mediazione operanti in Italia e, parallelamente, di un maggior campione di organismi rispondenti alle indagini statistiche ministeriali (nella rilevazione statistica relativa al 2022, ad esempio, questi erano stati 423).

 

Nel semestre di riferimento si registrano 92.212 procedimenti iscritti e 75.060 procedimenti definiti.

Nella rendicontazione si dà atto di quanto segue: “Il confronto delle iscrizioni e delle definizioni del 1° semestre 2023 con quelle dello stesso periodo del 2022 evidenzia un incremento di circa l’8% per le iscrizioni e dell’1% per le definizioni. Se si esegue lo stesso confronto con i dati del 1° semestre 2019, anno pre pandemia, si evidenzia un incremento di circa il 20% per le iscrizioni e del 2,6% per le definizioni. Pertanto, i confronti eseguiti mostrano un incremento del ricorso all’istituto della mediazione anche se le definizioni recuperano più lentamente la ripresa, registrata nel 2021, dell’attività giudiziaria post pandemia”.

 

Tra le controversie maggiormente trattate in mediazione si confermano – dato ormai consolidato – quelle in tema di diritti reali (16,1 %), condominio (13,6%), contratti bancari (13,2 %) e locazione (10,5%).

 

Nel periodo in questione l’aderente compare nel 53,4% dei casi.

In tali casi (ovvero in caso di aderente comparso), nel 29% dei procedimenti si raggiunge l’accordo conciliativo.

Si tratta di dati che confermano il trend evidenziato da tempo dall’Osservatorio di leggera, ma costante, crescita delle percentuali in questione, ad eccezione di quanto riscontrato nell’anno 2020 (con riferimento al quale il la precedente rilevazione ministeriale aveva osservato che “La riduzione nella percentuale di aderente comparso osservata nel 2020 ha risentito degli effetti della pandemia Codiv-19”).

La rendicontazione ministeriale in questione. poi, precisa che “Da una analisi a campione risulta che il tasso di successo sale al 48,2% se le parti accettano di sedersi al tavolo della mediazione anche dopo il primo incontro” [grassetto a cura dell’Osservatorio]. Tale dato – come già sottolineato nei precedenti lavori di analisi svolti dall’Osservatorio – risulta sostanzialmente in linea con le ultime rilevazioni ministeriali e si ribadisce, pertanto, che alle parti conviene svolgere con fiducia e serietà il tentativo conciliativo, senza fermarsi al primo incontro, ma proseguendo il percorso mediatizio anche oltre (2).

 

Tra le controversie nelle quali si registra una maggiore percentuale di comparizione dell’aderente (superiore al 50%) si confermano quelle che riguardano rapporti familiari, nonché le liti relative, in generale, a rapporti sociali o contrattuali, destinati a durare nel tempo, caratterizzati dalla particolare rilevanza soggettiva delle parti (successioni ereditarie, divisione, diritti reali, condominio, affitto di aziende, locazione, contratti bancari, patti di famiglia).

 

In merito alla categorie di mediazione, si conferma che la maggior parte dei procedimenti definiti afferisce alla mediazione c.d. obbligatoria ex lege o ante causam. Si tratta dell’86,2% dei procedimenti totali, percentuale così composta: 15,3% (invio in mediazione da parte del giudice per mancato esperimento obbligatorio del procedimento prima del giudizio) e 70,9% (esperimento della procedura svolto prima del processo).

L’1,1% dei procedimenti definiti nel periodo in questione, invece, afferisce alla c.d. mediazione delegata o demandata dal giudice, mentre il 12,7% dei procedimenti definiti afferisce alla mediazione volontaria o facoltativa.

 

In generale, dai dati si conferma che la mediazione ha maggiore probabilità di successo in caso di procedimento volontario (successo pari al 36% dei casi).

Ad ogni modo, in caso di mediazione obbligatoria, se il procedimento viene svolto prima del giudizio la percentuale di successo è pari al 31%; dato che scende drasticamente al solo 15% in caso invio in mediazione da parte del giudice per mancato esperimento obbligatorio del procedimento prima del giudizio.

Anche la mediazione demandata (quindi invio in mediazione delle parti da parte del giudice in materie non assoggettate alla c.d. mediazione obbligatoria) registra una non trascurabile percentuale di successo (24% dei casi).

Tali percentuali migliorano quando le parti accettano di sedersi al tavolo delle mediazioni anche dopo il primo incontro: rispettivamente 55% (volontaria); 50% e 34% (obbligatoria); 38% (demandata).

Si conferma quindi, anche alla luce di tali dati, il lento, ma progressivo, miglioramento delle performances delle mediazioni gestite nel nostro Paese, nonché l’importanza di riuscire a realizzare dei veri e propri incontri di mediazione che vadano oltre il c.d. primo incontro informativo tra le parti.

D’altro canto, appare anche evidente come, una volta instaurato il giudizio, appaia ormai meno probabile il raggiungimento dell’accordo conciliativo.

Si confermano quindi le riflessioni svolte dall’Osservatorio nelle precedenti analisi.

 

Questi i numeri relativi agli Organismi di mediazione presenti in Italia.

 

 

Tipologia Organismi di conciliazione

 

Organismi al 30.6.2022

Procedimenti definiti

 

ORGANISMI DELLE CAMERE DI COMMERCIO

 

66

5.113

 

ORGANISMI PRIVATI

 

347

45.398

 

ORDINE AVVOCATI

 

108

24.146

 

ALTRI ORDINI PROFESSIONALI

 

34

403

 

Totale complessivo

 

555

75.060

 

Quanto alla presenza dell’avvocato in mediazione, nelle mediazione volontarie nell’77% dei casi i proponenti sono assistiti dal proprio legale, mentre l’86% i chiamati in mediazione è assistito da un avvocato. Si tratta di dati ormai consolidati.

 

Quanto alla durata delle mediazione, rispetto agli 406 gg. del contenzioso ordinario, la procedura ADR, con aderente comparso e accordo raggiunto, dura 183 giorni; dato in linea con la rendicontazione precedente. Laddove l’Osservatorio aveva confermato il lieve, costante, trend di aumento della durata delle mediazioni a fronte di un miglioramento delle performances mediatizie (percentuali di procedimenti conclusi con l’accordo) (3).

 

(1) Le analisi curate dall'Osservatorio Nazionale sulla Mediazione Civile di tutte le precedenti rilevazioni statistiche sono consultabili a questo indirizzo.

 

(2) Si segnala SPINA, Prime considerazioni sul DDL di riforma del processo civile (C.d.M. 5.12.2019)con particolare riferimento alla mediazione (Osservatorio Mediazione Civile n.51/2019)

 

(3) Dato relativo alla DURATA EFFETTIVA SICID anno 2020; fonte: Ministero della Giustizia (Direzione generale di statistica e analisi organizzativa), LA DURATA DEI PROCEDIMENTI CIVILI. Analisi ed evoluzione dell’indicatore Durata media Effettiva - ANNI 2012 – 2019 E PRIMI NOVE MESI 2020.  Il registro SICID comprende quattro ruoli o macromaterie: affari contenziosi, controversie in materia di lavoro e previdenza, procedimenti speciali e sommari e volontaria giurisdizione; dal calcolo della durata sono esclusi l’attività del Giudice Tutelare, gli accertamenti tecnici preventivi in materia previdenziale e le verbalizzazioni di dichiarazioni giurate in Tribunale. Per Indicatore di DURATA EFFETTIVA (DE) si intende la misura il tempo medio che è stato necessario per la definizione dei procedimenti conclusi nell’anno di riferimento. La durata è calcolata come differenza tra la data di iscrizione e la data in cui viene pubblicata la sentenza o il provvedimento di definizione. È la misura utilizzata per il calcolo dell’indicatore di Benessere Equo e Sostenibile (BES) di efficienza della giustizia civile il cui andamento, a partire dall’annualità 2012, viene analizzato nella Relazione allegata al Documento di economia e finanza.

 

Fonte: Osservatorio Mediazione Civile n. 43/2023

(www.osservatoriomediazionecivile.blogspot.com) 

17 novembre 2023

42/23. VITONE-ZACCARO, Il nuovo procedimento davanti al Giudice di pace. Il rapporto tra conciliazione giudiziale e mediazione demandata (Osservatorio Mediazione Civile n. 42/2023)

Il rapporto tra conciliazione giudiziale e mediazione demandata

di Elisabetta VITONE e Stefano ZACCARO

(estratto da E. VITONE – S. ZACCARO, Il nuovo procedimento davanti al Giudice di pace, Centro Studi Diritto Avanzato – DuePuntoZero, 2023)

Per approfondimenti è possibile consultare

Fonte: Osservatorio Mediazione Civile n. 42/2023
(www.osservatoriomediazionecivile.blogspot.com)

È opportuno fare un cenno, infine, ai rapporti tra la conciliazione giudiziale e la mediazione demandata, che, come evidenziato in dottrina", rappresentano i due modelli fondamentali a disposizione del giudice per orientare la controversia verso una risoluzione amichevole. Al riguardo si è osservato che l'aspetto più interessante «è probabilmente quello riguardante la posizione del giudice che, in possesso di ogni elemento utile a ritenere ormai matura la controversia (non per essere decisa, bensì) per essere avviata su un percorso conciliativo o comunque, collaborativo, si trovi di fronte alla alternativa se intraprendere tale percorso facendo ricorso a uno strumento (la mediazione delegata) oppure ad un altro (la conciliazione giudiziale)». Il problema della scelta si pone perché - come pure rilevato - si tratta di figure coincidenti non soltanto sul piano del risultato perseguito, ma anche in relazione ai presupposti applicativi che, pur essendo solo in parte comuni, non ne impediscono la sovrapposizione. Sicché, il legislatore della riforma avrebbe potuto cogliere l'occasione per individuare con maggiore chiarezza i rispettivi parametri di riferimento, avvalendosi anche dell'esperienza maturata nell'ambito dei progetti sperimentali realizzati, negli ultimi anni, in materia di mediazione e conciliazione. Per delineare i confini tra i due modelli, inoltre, si sarebbero potute valorizzare le specifiche caratteristiche di ciascuna figura. In particolare, nella conciliazione giudiziale il giudice può cercare di stimolare un atteggiamento collaborativo dei litiganti attraverso una prospettazione realistica e ragionata dei fattori di aleatorietà del giudizio. In base all'esperienza maturata in relazione a controversie analoghe e alle risposte fornite in sede di interrogatorio libero, poi, può valutare gli interessi delle parti e provare ad utilizzare questi elementi per dirigere la controversia verso una soluzione alternativa alla decisione che, in alcuni casi, potrebbe individuare lui stesso attraverso la formulazione di una proposta. L'attività conciliativa del giudice, però, incontra i limiti imposti dalla sede processuale in cui è svolta. Il più importante, probabilmente, è rappresentato dall'impossibilità di applicare il principio di riservatezza, che consente invece al mediatore di sondare in profondità i reali interessi e bisogni delle parti, anche attraverso il meccanismo delle sessioni separate.

Prescindendo dai presupposti applicativi e dalle peculiarità di ciascun modello il legislatore della riforma, invece, attraverso la reintroduzione del tentativo obbligatorio di conciliazione sembrerebbe aver espresso una generale preferenza, quantomeno in prima battuta, per questa figura che, a differenza della mediazione demandata, attribuisce al giudice un ruolo attivo durante tutto il percorso conciliativo, fino alla eventuale formulazione della proposta di cui all'art. 185 bis. Il magistrato, però, dopo aver tentato la conciliazione e anche quando si sia fatto lui stesso promotore di una soluzione consensuale, potrebbe ritenere che le caratteristiche della lite siano tali da giustificare l'intervento del mediatore il quale, non essendo imbrigliato dalle regole del processo, è dotato di strumenti che potrebbero consentirgli di svolgere un'attività conciliativa più proficua in relazione allo specifico caso considerato. A tal proposito non si può non considerare, inoltre, che l'accesso al procedimento di mediazione non soltanto consentirebbe alle parti di avvalersi dell'ausilio di questa figura professionale per addivenire ad una composizione il più possibile soddisfacente per entrambe, ma condurrebbe anche, in caso di esito positivo, alla conclusione di un accordo che, a ben vedere, presenta una serie di vantaggi sia rispetto all'accordo stragiudiziale stipulato dalle parti autonomamente, sia rispetto alla conciliazione giudiziale. L'accordo conclusivo della mediazione, infatti, a differenza di quello negoziale, in presenza delle condizioni previste dall'art. 12 d.leg. 28/10 costituisce titolo esecutivo. Riguardo al verbale di conciliazione giudiziale, invece, questo, pur avendo efficacia esecutiva, rappresenta un esito piuttosto raro del giudizio, in ragione soprattutto delle conseguenze di ordine fiscale che potrebbero derivarne. In particolare, mentre il verbale di conciliazione giudiziale è soggetto all'imposta di registro, l'accordo raggiunto al termine della mediazione ne è esente, e consente altresì alle parti di usufruire delle agevolazioni fiscali previste dall'art. 20 d.leg. 28/10. Mette conto rammentare però che il successo della mediazione e, in generale, degli strumenti autonomi di risoluzione delle controversie riposa, com'è noto, sulla libertà di autodeterminazione delle parti; tant'è che, in presenza di velleità conciliative, anche stimolate dall'attività svolta dal giudice in sede contenziosa, le parti ben potrebbero iniziare di propria iniziativa il procedimento di mediazione, senza la necessità di un provvedimento che le costringa ad intraprendere questo percorso. Per questo motivo, è essenziale che il giudice, dopo aver esperito il tentativo (obbligatorio) di conciliazione, valuti con ponderazione la sussistenza dei presupposti per attivare la condizione di procedibilità prevista dall'art. 5 quater d. leg. 28/10. in caso contrario, il ricorso a questo modello denoterebbe solo un accanimento conciliativo destinato ad allungare inutilmente la durata del processo, producendo cosi un effetto esattamente contrario rispetto all'obiettivo di accelerazione dei tempi della giustizia perseguito dal legislatore della riforma.

Ciò che, invece, lascia non poco perplessi, è la possibilità di promuovere forme conciliative «ibride», legittimando alcuni modelli che pure sono stati utilizzati nella prassi.

Queste soluzioni, infatti, incontrano un ostacolo nella diversità strutturale della conciliazione giudiziale rispetto alla mediazione, per cui la commistione di attività e funzioni tra giudice e mediatore suscita forti dubbi.

In particolare, non convince l'idea che al giudice possa attribuirsi una funzione di indirizzo dell'attività da svolgere in mediazione attraverso, ad esempio, l'indicazione dei punti «sui quali è opportuno che la discussione sia diretta e concentrata, evidenziando aspetti a favore e contro e dei quali le parti non potranno non tener conto». Questa opera di direzione, infatti, limiterebbe arbitrariamente i poteri del mediatore, il quale, invece, attraverso un dialogo aperto e sincero con le parti, potrebbe andare ben al di là delle questioni emerse in giudizio, esplorando aspetti del contenzioso nuovi, in grado di condurre anche a soluzioni del tutto inaspettate. Si è detto pure che, attraverso l'utilizzo di questo modello misto «si assiste ad un fatto nuovo: il giudice parla al mediatore.

Sempre più spesso, come attestano i provvedimenti dell'ultimo biennio, sono i giudici a scrivere le regole che consentono alla mediazione di funzionare meglio, con un effetto di generale armonizzazione delle condotte degli organismi e dei mediatori che in mancanza risulterebbero troppo cacofoniche». Prescindendo dalle considerazioni in merito all'effetto, prodotto da quest'attività di direzione, di rendere «meno cacofoniche» le condotte di organismi e mediatori, è importante sottolineare, invece, che il presupposto essenziale e imprescindibile perché la mediazione si riveli un efficace strumento di composizione delle liti è l'instaurazione di un dialogo (non tra il mediatore e il giudice, bensì) tra il mediatore e le parti. E rispetto a questo aspetto fondamentale dell'istituto, le interferenze del giudice rischiano di rivelarsi addirittura dannose in quanto le parti, chiamate (rectius: obbligate) a confrontarsi su questioni prestabilite, potrebbero percepire il mediatore non come un terzo imparziale cui affidarsi per essere coadiuvate nel tentativo di costruire insieme il percorso verso una possibile soluzione consensuale, bensì come una sorta di ausiliario del giudice, con la funzione di persuaderle ad addivenire all'accordo seguendo la strada già tracciata dall'organo giurisdizionale. 

13 novembre 2023

41/23. Decreto ministero giustizia n. 150 del 2023: registro organismi di mediazione, enti di formazione, indennità di mediazione, mediatori, organismi ADR controversie nazionali e transfrontaliere e dei consumatori, abrogazione DM 180/2010 (Osservatorio Mediazione Civile n. 41/2023)

Per approfondimenti si veda il Decreto Legislativo n. 28 del 2010 come novellato dalla riforma Cartabia (d.lgs. 149/2022), nonché dal d.lgs. n. 28 del 2023 (Osservatorio Mediazione Civile n. 28/2023), nonché lo SPECIALE dell’Osservatorio MEDIAZIONE E RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE DI CUI ALLA L. 206/2021 E AL D.LGS 149/2022.

 

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

DECRETO 24 ottobre 2023, n. 150

Regolamento recante la determinazione dei criteri e  delle  modalita'

di iscrizione e tenuta del registro degli organismi di  mediazione  e

dell'elenco degli enti di formazione,  nonche'  l'approvazione  delle

indennita' spettanti agli organismi, ai sensi  dell'articolo  16  del

decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28 e  l'istituzione  dell'elenco

degli organismi ADR deputati a gestire le  controversie  nazionali  e

transfrontaliere, nonche'  il  procedimento  per  l'iscrizione  degli

organismi  ADR  ai  sensi  dell'articolo   141-decies   del   decreto

legislativo 6 settembre 2005, n. 206 recante Codice  del  consumo,  a

norma dell'articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229. (23G00163)

(GU n.255 del 31-10-2023)

 

Vigente al: 15-11-2023 

 

Capo I

Disposizioni generali

 

                     IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

 

  Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

  Visti gli articoli 141-octies, comma 1, lettera  a),  141-novies  e

141-decies del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206,  recante

«Codice del consumo, a norma dell'articolo 7 della  legge  29  luglio

2003, n. 229»;

  Visti gli articoli 16, 16-bis e 17 del decreto legislativo 4  marzo

2010, n. 28, recante  attuazione  dell'articolo  60  della  legge  18

giugno 2009,  n.  69,  in  materia  di  mediazione  finalizzata  alla

conciliazione delle controversie civili e commerciali;

  Visto l'articolo 7 del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149,

recante «Attuazione della legge 26 novembre  2021,  n.  206,  recante

delega al Governo per l'efficienza  del  processo  civile  e  per  la

revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa

delle  controversie  e  misure  urgenti  di   razionalizzazione   dei

procedimenti in materia di diritti delle  persone  e  delle  famiglie

nonche' in materia di esecuzione forzata»;

  Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 recante «Codice

in materia di protezione dei dati personali, recante disposizioni per

l'adeguamento  dell'ordinamento  nazionale  al  regolamento  (UE)  n.

2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile  2016,

relativo alla  protezione  delle  persone  fisiche  con  riguardo  al

trattamento dei dati personali, nonche' alla libera  circolazione  di

tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE»;

  Visto il regolamento (UE) 2016/679 del  Parlamento  europeo  e  del

Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione  delle  persone

fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonche'  alla

libera circolazione di tali dati e che abroga la  direttiva  95/46/CE

(regolamento generale sulla protezione dei dati);

  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre  2000,

n.  445,  recante  testo  unico  delle  disposizioni  legislative   e

regolamentari in materia di documentazione amministrativa;

  Visto il decreto del Ministro della giustizia 18 ottobre  2010,  n.

180, «Regolamento recante  la  determinazione  dei  criteri  e  delle

modalita' di iscrizione e tenuta  del  registro  degli  organismi  di

mediazione e dell'elenco dei formatori  per  la  mediazione,  nonche'

l'approvazione delle indennita' spettanti agli  organismi,  ai  sensi

dell'articolo 16 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28»;

  Sentito il Garante per la protezione dei dati personali che  si  e'

espresso con parere n. 305, in data 6 luglio 2023;

  Udito il parere del Consiglio  di  Stato,  espresso  dalla  Sezione

Consultiva per gli Atti Normativi nell'adunanza del 29 agosto 2023  e

nell'adunanza del 10 ottobre 2023;

  Vista la comunicazione alla Presidenza del Consiglio  dei  ministri

in data 19 ottobre 2023;

  Di concerto con il Ministro delle imprese e del made in Italy;

 

                               Adotta

                      il seguente regolamento:

 

                               Art. 1

 

                             Definizioni

 

  1. Ai fini del presente decreto si intende per:

    a) «Ministero»: il Ministero della giustizia;

    b) «decreto legislativo»: il decreto legislativo 4 marzo 2010, n.

28;

    c) «Codice del consumo»: il decreto legislativo 6 settembre 2005,

n. 206 «Codice del consumo a norma dell'articolo  7  della  legge  29

luglio 2003, n. 229»;

    d) «mediazione»: l'attivita', comunque denominata, svolta  da  un

terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o piu' soggetti nella

ricerca  di  un  accordo  amichevole  per  la  composizione  di   una

controversia, anche con  la  formulazione  di  una  proposta  per  la

risoluzione della stessa;

    e)  «mediatore»:  la  persona   o   le   persone   fisiche   che,

individualmente o collegialmente, svolgono  la  mediazione  rimanendo

prive, in ogni caso,  del  potere  di  rendere  giudizi  o  decisioni

vincolanti per i destinatari del servizio medesimo;

    f) «conciliazione»: la composizione di una controversia a seguito

dello svolgimento della mediazione;

    g)  «organismo»:  l'ente  pubblico  o  privato  presso  cui  puo'

svolgersi  il  procedimento  di  mediazione  ai  sensi  del   decreto

legislativo e in conformita' al presente decreto;

    h) «organismo ADR»:  l'organismo  che  gestisce  le  controversie

nazionali   e   transfrontaliere   che   rientrano   nell'ambito   di

applicazione del Titolo II-bis del decreto  legislativo  6  settembre

2005, n. 206, Codice del consumo, iscritto nella sezione speciale per

gli organismi ADR;

    i) «lite transfrontaliera»: la controversia di  cui  all'articolo

12, comma 1-bis del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28;

    l)  «sede  operativa»:  la  sede  nella  quale   puo'   svolgersi

l'attivita' di mediazione, diversa dalla sede legale,  approvata  dal

responsabile del registro;

    m) «regolamento di procedura»: l'atto,  adottato  dall'organismo,

contenente l'autonoma disciplina della procedura di mediazione e  dei

relativi costi e gli altri contenuti indicati dal regolamento;

    n)  «codice  etico»:  il  documento  redatto  dall'organismo  che

contiene le regole di condotta dell'organismo e dei mediatori;

    o) «indennita'»: l'importo posto a carico  degli  utenti  per  la

fruizione  del  servizio  di  mediazione  fornito  dagli   organismi,

comprendente le spese di avvio e le spese di mediazione;

    p) «registro»: il registro degli organismi  istituito  presso  il

Ministero comprendente la sezione speciale per gli organismi ADR;

    q) «responsabile del registro»: il responsabile della tenuta  del

registro e dell'elenco;

    r)   «responsabile   dell'organismo»:   il   soggetto,   inserito

nell'elenco, che svolge le specifiche funzioni ad esso attribuite dal

decreto legislativo;

    s) «enti di formazione»: gli enti pubblici e  privati,  presso  i

quali si svolge l'attivita' di formazione dei mediatori;

    t) «responsabile scientifico»: la persona o  le  persone  fisiche

che svolgono i compiti di  cui  all'articolo  16-bis,  comma  2,  del

decreto legislativo;

    u) «formatore»: la persona che svolge l'attivita'  di  formazione

dei mediatori;

    v) «elenco»: l'elenco degli enti di formazione  istituito  presso

il Ministero;

    z) «ente pubblico»: la  persona  giuridica  di  diritto  pubblico

interno, comunitario, internazionale o straniero;

    aa)  «ente  privato»:  qualsiasi  soggetto  di  diritto  privato,

diverso dalla persona fisica;

    bb) «CCIAA»: le camere di  commercio,  industria,  artigianato  e

agricoltura.

                               Art. 2

 

                               Oggetto

 

  1.  Il  presente  decreto  disciplina   l'istituzione   presso   il

Ministero:

    a) del registro degli organismi;

    b) della sezione speciale del registro di cui alla lettera a) per

gli organismi ADR ai sensi dell'articolo 141-octies, comma 1, lettera

a), del Codice del consumo;

    c) dell'elenco degli enti di formazione;

    d) degli elenchi dei mediatori e  dei  formatori  quali  sezioni,

rispettivamente, del registro e dell'elenco degli enti di formazione;

    e)   degli   elenchi   dei   responsabili,    soci,    associati,

amministratori, rappresentanti e dei responsabili  scientifici  quali

sezioni, rispettivamente, del registro e dell'elenco  degli  enti  di

formazione.

  2. Il presente decreto disciplina altresi':

    a) i requisiti per l'iscrizione  nel  registro  degli  organismi,

nella sezione speciale per gli organismi ADR e nell'elenco degli enti

di formazione;

    b) i requisiti per l'inserimento negli elenchi  dei  mediatori  e

dei formatori;

    c)  la  procedura  di  iscrizione  nel  registro,  nella  sezione

speciale degli organismi ADR e nell'elenco degli enti di formazione;

    d) gli obblighi degli iscritti;

    e) i percorsi di formazione iniziale e continua per  mediatori  e

formatori;

    f) la vigilanza, le  procedure  di  contestazione,  le  cause  di

sospensione e cancellazione dal registro, dalla  sezione  speciale  e

dall'elenco degli enti di formazione, e gli effetti della sospensione

e cancellazione;

    g) le indennita' del primo incontro, la tabella  delle  spese  di

mediazione per gli organismi pubblici e  i  criteri  di  approvazione

delle tabelle delle spese di mediazione per gli organismi privati.

Capo II
Registro degli organismi di mediazione, sezione speciale del registro
degli organismi ADR, elenco degli enti di formazione per la
mediazione e requisiti di iscrizione

                               Art. 3

 

              Istituzione del registro degli organismi

           e della sezione speciale per gli organismi ADR

 

  1. Sono istituiti presso il Ministero il registro  degli  organismi

abilitati a svolgere la mediazione e la sezione speciale del predetto

registro per gli organismi ADR.

  2.  La  parte  prima  del  registro  e'  riservata  agli  organismi

pubblici, la parte seconda e' riservata agli  organismi  privati,  la

sezione speciale del registro e' riservata agli organismi ADR.

  3. La  parte  prima  del  registro  e'  articolata  nelle  seguenti

sezioni:

    a) sezione A: riservata all'elenco dei mediatori;

    b) sezione B: riservata all'elenco dei  mediatori  esperti  nella

materia internazionale e liti transfrontaliere;

    c) sezione C: riservata all'elenco dei  mediatori  esperti  nella

materia dei rapporti di consumo;

    d)  sezione  D:  riservata  all'elenco  dei  responsabili  o  dei

rappresentanti  dell'associazione  in  cui  l'organismo  pubblico  e'

inserito.

  4. La parte  seconda  del  registro  e'  articolata  nelle  sezioni

previste dal comma 3, lettere  a),  b)  e  c),  e  la  sezione  D  e'

riservata   all'elenco   dei   soci,    associati,    amministratori,

responsabili e rappresentanti degli organismi.

  5. La sezione speciale per gli organismi ADR  e'  articolata  nella

parte prima e nella parte seconda.

  6. La parte prima della sezione speciale, riservata agli  organismi

ADR pubblici, e' suddivisa in due parti. La parte prima  A)  contiene

l'elenco dei rappresentanti legali  degli  organismi  ADR,  la  parte

prima B) contiene l'elenco dei mediatori.

  7.  La  parte  seconda  della  sezione  speciale,  riservata   agli

organismi ADR privati, e' suddivisa in due parti. La parte seconda A)

contiene l'elenco dei rappresentanti legali degli organismi ADR e  la

parte seconda B) contiene l'elenco dei mediatori.

                               Art. 4

 

                      Requisiti di onorabilita'

 

  1. Ai  fini  dell'iscrizione  nel  registro,  quanto  al  requisito

dell'onorabilita', l'organismo richiedente  attesta  il  possesso  da

parte  dei  soci,   associati,   amministratori,   rappresentanti   e

responsabili  degli  organismi  e  dei  mediatori  dei  quali  chiede

l'inserimento negli appositi elenchi, dei seguenti requisiti:

    a)  non  trovarsi  in  stato  di   interdizione   legale   o   di

inabilitazione  o  non  essere  sottoposti  ad   amministrazione   di

sostegno;

    b) non essere  stati  condannati  con  sentenza  definitiva,  per

delitto non colposo, a pena detentiva, anche  se  sostituita  da  una

delle pene indicate nell'articolo 20-bis, primo comma, numeri 1), 2),

e 3) del Codice penale;

    c) non essere stati destinatari di sentenza  definitiva  resa  ai

sensi dell'articolo 444, comma 2, del codice di procedura penale, per

delitto non colposo, a pena detentiva, anche  se  sostituita  da  una

delle pene indicate nell'articolo 20-bis, primo comma, numeri 1),  2)

e 3), del Codice penale, con la quale sono state  altresi'  applicate

pene accessorie;

    d) non  avere  procedimenti  penali  in  corso  per  delitti  non

colposi, fermo restando quanto  previsto  dall'articolo  335-bis  del

Codice di procedura penale;

    e) non essere incorsi nell'interdizione perpetua o temporanea dai

pubblici uffici;

    f) non essere stati sottoposti a misure di prevenzione, salvi gli

effetti della riabilitazione, ne' a misure di sicurezza personali;

    g) non avere  riportato,  per  gli  iscritti  ad  un  ordinamento

professionale, negli ultimi cinque anni,  una  sanzione  disciplinare

piu' grave di quella minima prevista dal singolo ordinamento.

  2. Con riferimento al comma 1, lettere a) e b),  sono  fatti  salvi

gli effetti della riabilitazione e della revoca  della  sentenza  per

abolizione del reato ai sensi dell'articolo 673, comma 1, del  Codice

di procedura penale.

                               Art. 5

 

                        Requisiti di serieta'

 

  1. Ai fini dell'iscrizione nel registro,  quanto  ai  requisiti  di

serieta', l'organismo richiedente attesta:

    a) l'impegno a non prestare servizi di mediazione,  conciliazione

e risoluzione alternativa delle controversie quando ha  un  interesse

nella lite;

    b) la previsione, per gli organismi privati, nell'oggetto sociale

o nello scopo associativo dell'organismo, dello  svolgimento  in  via

esclusiva di  servizi  di  mediazione,  conciliazione  o  risoluzione

alternativa delle controversie o di formazione nei medesimi ambiti.

                               Art. 6

 

                       Requisiti di efficienza

 

  1. Ai fini dell'iscrizione nel registro,  quanto  ai  requisiti  di

efficienza, l'organismo richiedente attesta:

    a) per gli organismi privati  il  possesso  di  un  capitale  non

inferiore a 10.000,00 euro;

    b) l'indicazione delle fonti di finanziamento;

    c)  la  stipula  di  una  polizza  assicurativa  di  importo  non

inferiore a 1.000.000,00 euro  per  la  responsabilita'  a  qualunque

titolo derivante dallo svolgimento dell'attivita' di  mediazione,  di

validita' almeno annuale, completa di dichiarazione  di  impegno  del

responsabile a documentarne il rinnovo alla scadenza;

    d)  per  gli   organismi   privati   la   previsione,   nell'atto

costitutivo, che l'organismo e' stato costituito con una  durata  non

inferiore a cinque anni;

    e) la nomina di un responsabile dell'organismo con  la  qualifica

di mediatore;

    f)  la  disponibilita'  di  almeno  cinque   mediatori   inseriti

nell'elenco dell'organismo;

    g) l'impegno a garantire un rapporto tra numero  di  mediatori  e

sede operativa non inferiore a tre mediatori per ogni sede operativa,

se indicata, ulteriore rispetto alla sede legale;

    h) il possesso, per  ciascun  mediatore,  dei  requisiti  di  cui

all'articolo 8;

    i) le eventuali sedi operative e la loro ubicazione territoriale;

    l) la disponibilita' di almeno una unita'  di  personale  addetta

alle funzioni amministrative, comprese le attivita' di segreteria;

    m) il titolo attestante la  stabile  disponibilita',  nella  sede

legale  e  nelle  eventuali  ulteriori  sedi  operative,  di   locali

individuati mediante planimetria catastale, adeguati allo svolgimento

degli incontri di mediazione;

    n) la descrizione della struttura organizzativa e  di  segreteria

destinata alla gestione delle sedi;

    o) le modalita' della gestione contabile;

    p)  la  disponibilita'  di  registri  informatizzati   idonei   a

ricevere, conservare e registrare le  annotazioni  relative  ai  dati

identificativi  delle  parti,  il  numero  d'ordine  progressivo  dei

procedimenti, l'oggetto della mediazione, il mediatore designato,  la

durata del procedimento,  il  suo  esito,  l'eventuale  proposta  del

mediatore formulata ai sensi dell'articolo  11,  commi  1  e  2,  del

decreto legislativo, l'eventuale rifiuto a tale proposta, il  verbale

di conciliazione, il verbale  attestante  il  mancato  raggiungimento

dell'accordo, l'accordo di conciliazione,  o  il  verbale  dal  quale

risulta la conciliazione, tutti completi di data;

    q) la disponibilita' di un sistema per lo svolgimento  telematico

della procedura di mediazione idoneo ad assicurare  le  funzionalita'

previste dall'articolo 8-bis del decreto legislativo;

    r) il rapporto giuridico ed economico che intercorre  tra  l'ente

istituente  e   l'organismo,   idoneo   a   dimostrarne   l'autonomia

finanziaria e  funzionale  quando  l'organismo  e'  istituito  da  un

consiglio dell'ordine degli avvocati, da un ordine professionale o da

una camera di commercio;

    s) il rapporto giuridico che intercorre con ciascun mediatore;

    t) l'impegno, in caso di stipula di accordi con  altri  organismi

in  ordine  allo  svolgimento  del   servizio   di   mediazione,   di

trasmetterne immediatamente copia al responsabile del registro  e  di

pubblicare  contestualmente  la   data,   l'oggetto   e   la   durata

dell'accordo sul proprio sito web;

    u) la titolarita' di un sito web  idoneo  a  conservare,  per  un

periodo  non  inferiore  a  cinque   anni,   la   storicizzazione   e

l'archiviazione dei contenuti e la loro consultazione  mediante  link

permanenti,  con  l'impegno  di  mantenerne  l'aggiornamento   e   la

funzionalita'.

                               Art. 7

 

Requisiti per l'iscrizione degli organismi presso  i  consigli  degli

  ordini professionali e presso le camere di commercio

  1. Gli organismi costituiti, anche in forma associata, dalle  CCIAA

e dai consigli degli ordini professionali sono iscritti  su  semplice

domanda, all'esito della verifica della sussistenza dei requisiti  di

onorabilita', serieta' ed efficienza di cui agli articoli 4, 5 e 6.

  2. L'iscrizione degli organismi costituiti da consigli degli ordini

professionali diversi dai consigli degli ordini  degli  avvocati,  e'

subordinata  al  conseguimento  dell'autorizzazione  da   parte   del

responsabile del registro, ai sensi dell'articolo 19,  comma  1,  del

decreto legislativo.

                               Art. 8

 

       Requisiti per l'inserimento negli elenchi dei mediatori

 

  1. L'organismo  che  chiede  l'iscrizione  nel  registro  indica  i

mediatori da inserire negli elenchi e ne attesta i requisiti.

  2. La richiesta e' corredata, per ciascun mediatore:

    a)  dalla  dichiarazione  di  disponibilita',  sottoscritta   dal

mediatore, a svolgere il servizio presso l'organismo richiedente e  a

essere inserito in uno o piu' elenchi di cui all'articolo 3, comma 3,

lettere a), b) e c);

    b) dalla attestazione del possesso dei requisiti di onorabilita';

    c) dalla attestazione del conseguimento della laurea magistrale o

a ciclo unico;

    d) dalla attestazione, per il mediatore iscritto a  un  ordine  o

collegio professionale, del conseguimento della laurea triennale;

    e) dalla  attestazione  del  conseguimento  della  qualificazione

formativa prevista dall'articolo 23.

  3. L'organismo che chiede l'iscrizione  e  indica  i  mediatori  da

inserire nelle sezioni B) o C) del registro, di cui  all'articolo  3,

comma 3,  oltre  ai  requisiti  previsti  dal  comma  2,  attesta  il

conseguimento della qualificazione prevista dall'articolo  25,  comma

1, e le conoscenze linguistiche, con certificazione non inferiore  al

livello B2.

                               Art. 9

 

          Requisiti per l'iscrizione nella sezione speciale

                        per gli organismi ADR

 

  1. Ai fini dell'iscrizione nella sezione speciale per gli organismi

ADR il  richiedente  attesta,  oltre  ai  requisiti  di  onorabilita'

previsti dall'articolo 4:

    a) il nome o la denominazione dell'organismo, il nome del  legale

rappresentante, le informazioni di contatto e  l'indirizzo  del  sito

web;

    b)  la  previsione  nell'atto  costitutivo,  per  gli   organismi

privati, che l'organismo e'  stato  costituito  con  una  durata  non

inferiore a cinque anni;

    c)  l'impegno  a  svolgere  procedure  di   mediazione   per   la

risoluzione, anche in via telematica, in conformita' a quanto prevede

l'articolo 141-bis, comma 1, lettere a), c), d) ed e) del Codice  del

consumo,  delle  controversie,  nazionali  e  transfrontaliere,   tra

consumatori  e  professionisti  residenti  e  stabiliti   nell'Unione

europea,  nell'ambito  delle  quali  l'organismo  ADR   propone   una

soluzione o riunisce le parti al  fine  di  agevolare  una  soluzione

amichevole;

    d) la fissazione della sede legale o  la  disponibilita'  di  una

sede operativa nel territorio della Repubblica italiana;

    e)  la  disponibilita',  nella  sede  legale  e  nelle  eventuali

ulteriori sedi operative, di  appositi  locali  individuati  mediante

planimetria catastale, destinati  allo  svolgimento  delle  attivita'

connesse alla fornitura del  servizio  e  adeguati  allo  svolgimento

delle procedure di cui alla lettera c);

    f) la  struttura  organizzativa  dell'organismo  e  le  fonti  di

finanziamento;

    g) le generalita' e  il  curriculum  di  ciascuno  dei  mediatori

inseriti negli elenchi di  cui  all'articolo  3,  commi  6  e  7,  le

certificazioni  linguistiche  da  ciascuno  conseguite  e   la   loro

retribuzione,  nonche',  per  ciascun  mediatore,  il  possesso   dei

requisiti previsti dall'articolo 8, e l'impegno di ciascun  mediatore

di rispettare l'articolo 141-bis, commi 5 e 7 del Codice del consumo;

    h) il proprio regolamento di  procedura  contenente  l'impegno  a

svolgere  le  procedure  di  cui  alla  lettera   c)   nel   rispetto

dell'articolo 141-quater, commi 4 e 5 del Codice del  consumo,  e  ad

applicare le indennita' dovute per il servizio prestato  secondo  gli

indirizzi definiti ai sensi dell'articolo 141-octies,  comma  2,  del

Codice del consumo;

    i) la durata media delle procedure e  il  rispetto  dell'articolo

141-quater, commi 3, 4 e 5, del Codice del consumo;

    l) la lingua o le lingue in  cui  possono  essere  presentate  le

domande e con cui possono essere svolte  le  procedure  di  cui  alla

lettera c);

    m) le tipologie di controversie trattate dall'organismo ADR;

    n) i motivi  per  i  quali  l'organismo  ADR  puo'  rifiutare  il

trattamento   di   una   determinata   controversia   nel    rispetto

dell'articolo 141-bis, commi 2 e 3 del Codice del consumo;

    o) l'impegno a garantire il rispetto,  per  i  propri  mediatori,

dell'articolo 141-bis, comma 4 e comma 8, primo periodo,  del  Codice

del consumo e, in caso di appartenenza a un organismo  collegiale,  a

garantire il rispetto del comma 8, secondo periodo, e del comma 9 del

predetto articolo.

                               Art. 10

 

                   Elenco degli enti di formazione

 

  1. E' istituito presso il Ministero l'elenco degli enti abilitati a

svolgere l'attivita' di  formazione  per  mediatori  e  formatori  in

conformita' al presente decreto.

  2. La parte prima dell'elenco e' riservata agli organismi pubblici,

la parte seconda e' riservata agli organismi privati.

  3. La parte prima contiene:

    a) la sezione A, riservata all'elenco dei formatori;

    b) la sezione B, riservata all'elenco dei formatori in materia di

consumo, internazionale e controversie transfrontaliere;

    c) sezione C, riservata all'elenco dei responsabili scientifici;

    d) sezione D, riservata all'elenco dei rappresentanti degli enti.

  4. La parte seconda e' articolata nelle sezioni previste dal  comma

3, lettere a), b) e c), la sezione  D  e'  riservata  all'elenco  dei

soci, associati, amministratori, rappresentanti degli enti.

                               Art. 11

 

Requisiti di onorabilita',  serieta'  ed  efficienza  degli  enti  di

                             formazione

 

  1. Ai fini dell'iscrizione  nell'elenco  di  cui  all'articolo  10,

l'ente di formazione richiedente documenta il possesso da  parte  dei

soci,   associati,   amministratori,   responsabili   scientifici   e

formatori, dei requisiti di onorabilita' previsti dall'articolo 4.

  2. Quanto ai  requisiti  di  serieta'  il  richiedente  attesta  la

previsione, per gli enti privati, nell'oggetto sociale o nello  scopo

associativo,  dello  svolgimento  in  via  esclusiva  di  servizi  di

formazione  nelle   materie   della   mediazione,   conciliazione   o

risoluzione alternativa delle controversie o di servizi di mediazione

nei medesimi ambiti;

  3. Quanto ai requisiti di efficienza, il richiedente attesta:

    a) la nomina di un responsabile scientifico  di  chiara  fama  ed

esperienza  in  materia  di  mediazione,  per  lo  svolgimento  delle

funzioni  di  cui  all'articolo  16-bis,   comma   2,   del   decreto

legislativo, con il suo  curriculum  nel  quale  sono  evidenziati  i

titoli e l'esperienza che giustificano i requisiti della chiara  fama

e dell'esperienza pratica  e  professionale  nelle  materie  previste

dall'articolo  16-bis,  comma  2,  del   decreto   legislativo,   con

indicazione  della  data  di  conseguimento  dei   titoli   e   dello

svolgimento delle esperienze professionali e pratiche;

    b)  la   disponibilita'   di   almeno   cinque   formatori,   con

l'indicazione di coloro che sono  destinati  all'area  teorica  e  di

coloro che sono destinati all'area pratica;

    c) il possesso, per  ciascun  formatore,  dei  requisiti  di  cui

all'articolo 26;

    d) la disponibilita' di registri idonei a conservare i nominativi

dei partecipanti ai corsi di formazione, l'annotazione dell'effettiva

frequentazione di ciascun iscritto, l'esito  delle  prove  finali  di

ciascun iscritto e le relative attestazioni;

    e) la disponibilita', per  i  corsi  svolti  con  collegamento  a

distanza in modalita' sincrona, di una piattaforma idonea a  rilevare

le presenze dei partecipanti, a fornire report che tracciano in  modo

univoco  la  presenza  di  docenti  e  discenti,  a   consentire   la

visualizzazione, sintetica o analitica, delle  informazioni  relative

agli accessi autorizzati per  ciascun  partecipante  e  ai  tempi  di

fruizione di moduli o contenuti da parte di  qualsiasi  tipologia  di

utente, e dello stato di avanzamento del corso e dei contenuti fruiti

per singolo partecipante;

    f) l'impegno a  svolgere  l'attivita'  di  formazione  in  locali

idonei a tale funzione, a individuarli nei programmi  formativi  e  a

darne adeguata informazione ai partecipanti;

    g) l'indicazione delle fonti di finanziamento;

    h) il rapporto giuridico ed economico che intercorre  tra  l'ente

istituente e l'ente di formazione, idoneo a  dimostrarne  l'autonomia

finanziaria e funzionale quando l'ente e' istituito da  un  consiglio

dell'ordine degli avvocati, da  un  ordine  professionale  o  da  una

camera di commercio;

    i) il rapporto  giuridico  ed  economico  che  intercorre  con  i

formatori;

    l) la titolarita' di un sito web  idoneo  a  conservare,  per  un

periodo  non  inferiore  a  cinque   anni,   la   storicizzazione   e

l'archiviazione dei contenuti e la loro consultazione  mediante  link

permanenti,  con  l'impegno  di  mantenerne  l'aggiornamento   e   la

funzionalita'.

Capo III
Tenuta del registro e degli elenchi, iscrizione, variazioni e
verifiche periodiche, obblighi degli iscritti e vigilanza

                               Art. 12

 

           Tenuta del registro, degli elenchi e vigilanza

 

  1. I registri e gli elenchi istituiti in  conformita'  al  Capo  II

sono tenuti presso il Ministero -  Dipartimento  per  gli  affari  di

giustizia. Ne e' responsabile  il  direttore  generale  degli  affari

interni, o persona da lui  delegata,  incardinata  o  assegnata  alla

suddetta  direzione  generale,  con  qualifica  dirigenziale  o   con

qualifica di magistrato.

  2.  Il  responsabile  del  registro  esercita  la  vigilanza  sugli

organismi   e   sugli   enti   di   formazione   anche    avvalendosi

dell'Ispettorato generale del Ministero e, nei  casi  e  nelle  forme

previste dagli articoli 38 e 39, comma  4,  con  il  Ministero  delle

imprese e del made in Italy.

  3. La gestione del registro e degli elenchi avviene  con  modalita'

informatiche che assicurano  la  rapida  elaborazione  di  dati,  con

finalita' connessa ai compiti di tenuta di cui al presente decreto  e

il  rispetto  dei  principi  dell'articolo  5  del  regolamento  (UE)

2016/679.

  4. La sezione speciale del registro per gli  organismi  ADR  e  gli

elenchi dei responsabili,  mediatori  e  formatori  sono  pubblici  e

accessibili attraverso  il  sito  web  del  Ministero  dedicato  alla

mediazione.

  5. Il Ministero comunica senza indugio al Ministero delle imprese e

del made in Italy l'elenco degli organismi ADR iscritti nella sezione

speciale e dei relativi mediatori, e ogni  successiva  variazione  di

tale elenco.

  6. Il  Ministero  pubblica  sul  proprio  sito  web  dedicato  alla

mediazione  un  link  di  reindirizzamento  al  sito  internet  della

Commissione europea nel  quale  e'  pubblicato  l'elenco  consolidato

degli organismi ADR dalla stessa elaborato e notificato al  Ministero

delle imprese e del made in Italy.

                               Art. 13

 

                     Procedimento di iscrizione

 

  1. La domanda di iscrizione nei registri ed  elenchi  istituiti  in

conformita' al Capo II e' presentata utilizzando i  modelli  uniformi

predisposti dal responsabile del registro, resi disponibili sul  sito

del Ministero entro quindici giorni dalla data di entrata  in  vigore

del  presente  regolamento   ed   e'   trasmessa,   unitamente   alle

attestazioni indicate da ciascun modello, anche  in  via  telematica,

con modalita' che assicurano la certezza dell'avvenuto ricevimento.

  2. Il possesso dei requisiti richiesti per l'iscrizione  o  per  il

suo mantenimento e' attestato dalla parte richiedente ai sensi  degli

articoli 46 e 47 del  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  28

dicembre  2000,  n.  445,  recante  testo  unico  delle  disposizioni

legislative   e   regolamentari   in   materia   di    documentazione

amministrativa.

  3. A pena di  inammissibilita',  la  domanda  di  iscrizione  degli

organismi e' corredata  dal  regolamento  di  procedura  redatto  nel

rispetto dell'articolo 22 e dal codice etico.

  4. Il regolamento di procedura degli organismi privati e' corredato

dalla tabella delle  spese  di  mediazione,  redatta  in  conformita'

all'articolo 32. In alternativa  il  regolamento  puo'  contenere  la

dichiarazione di adozione della tabella delle spese di mediazione  di

cui all'allegato A.

  5. Il responsabile del registro, entro sessanta  giorni  decorrenti

dalla data di ricevimento della domanda di iscrizione, verificata  la

sussistenza dei requisiti, adotta il provvedimento di  iscrizione  e,

per gli organismi privati, approva contestualmente la  tabella  delle

spese di mediazione. Il provvedimento e'  comunicato  al  richiedente

con il numero d'ordine attribuito nel registro.

  6. Se il provvedimento di iscrizione non e' comunicato nel  termine

indicato dal comma 5, la domanda si intende rigettata.

  7. Entro il termine indicato  dal  comma  5,  il  responsabile  del

registro puo'  chiedere,  per  una  sola  volta,  l'integrazione  dei

documenti trasmessi dal richiedente ai sensi del comma 1,  assegnando

allo scopo un termine non superiore a trenta giorni.  Alla  scadenza,

il responsabile del registro provvede nel termine indicato dal  comma

5.

                               Art. 14

 

Procedimento  di  approvazione  delle  variazioni  dei  requisiti  di

                             iscrizione

 

  1. Gli organismi e  gli  enti  di  formazione,  quando  necessario,

presentano, con le modalita' previste dall'articolo 13, commi 1 e  2,

istanza di variazione del regolamento e delle  tabelle,  delle  sedi,

dei responsabili dell'organismo e dei responsabili  scientifici,  dei

mediatori e formatori,  e  di  ogni  altro  requisito  richiesto  dal

presente decreto ai fini dell'iscrizione, con le attestazioni  idonee

a dimostrare la variazione.

  2. Il  responsabile  del  registro,  entro  i  successivi  sessanta

giorni, approva le variazioni che risultano conformi ai requisiti  di

iscrizione, e ne da' comunicazione al richiedente.

  3.  Se  il  responsabile  del  registro  rileva  l'insufficienza  o

l'incompletezza  delle  attestazioni   relative   a   un'istanza   di

variazione di uno  o  piu'  requisiti  la  cui  mancata  approvazione

determinerebbe  il  venir  meno   dei   presupposti   per   mantenere

l'iscrizione, ne da'  comunicazione  all'interessato,  invitandolo  a

integrarla senza indugio e comunque non oltre il termine di tre mesi.

Si applica l'articolo 37, comma 2.

  4. Fuori dai  casi  previsti  dal  comma  3,  il  responsabile  del

registro assegna  un  termine  non  superiore  a  trenta  giorni  per

l'integrazione e, se l'insufficienza  o  l'incompletezza  permangono,

alla    scadenza    rigetta    l'istanza,    dandone    comunicazione

all'interessato.

                               Art. 15

 

     Procedimento di verifica degli obblighi formativi periodici

 

  1. Gli organismi e gli enti di formazione, ogni due anni, entro  il

31 dicembre, attestano l'adempimento agli obblighi formativi previsti

dagli  articoli  24,  25,  comma  3,  e  27.  Fermo  quanto  previsto

dall'articolo 42, comma 8, per gli organismi e gli enti di formazione

iscritti dopo l'entrata in vigore del presente decreto, l'obbligo  di

trasmissione di cui al primo periodo, e' assolto a decorrere  dal  31

dicembre 2027.

  2. Il responsabile  del  registro,  entro  il  31  marzo  dell'anno

successivo, esaminate le attestazioni tramesse ai sensi del comma  1,

conferma l'iscrizione nel registro o nell'elenco.

  3. Il responsabile del registro, quando  rileva  l'insufficienza  o

l'incompletezza   delle   attestazioni   relative   all'aggiornamento

periodico di un numero di mediatori o di  formatori  la  cui  mancata

approvazione  determinerebbe  il  venir  meno  dei  presupposti   per

mantenere  l'iscrizione,  ne   da'   comunicazione   all'interessato,

invitandolo a integrarle  senza  indugio  e  comunque  non  oltre  il

termine di tre mesi. Si applica l'articolo 37, comma 2.

  4. Fuori dai  casi  previsti  dal  comma  3,  il  responsabile  del

registro assegna  un  termine  non  superiore  a  trenta  giorni  per

l'integrazione e, se l'insufficienza  o  l'incompletezza  permangono,

alla    scadenza    rigetta    l'istanza,    dandone    comunicazione

all'interessato. La mancata approvazione determina il venir meno  dei

requisiti di inserimento negli elenchi dei mediatori o dei  formatori

per i quali non e' stato approvato l'aggiornamento periodico.

                               Art. 16

 

                       Obblighi degli iscritti

 

  1. Gli organismi e gli enti di formazione iscritti  sono  tenuti  a

fare menzione del numero d'ordine comunicato ai  sensi  dell'articolo

13,  comma  5,  negli  atti,  nella  corrispondenza  e  nelle   forme

consentite di pubblicita'.

  2. Dopo l'iscrizione l'organismo non puo', se non per  giustificato

motivo, rifiutarsi di svolgere la mediazione.

  3. L'organismo, su richiesta e con  eventuali  costi  a  carico  di

ciascuna  delle  parti  che  hanno  partecipato  alla  procedura   di

mediazione,  rilascia  i  verbali  della  procedura,   il   documento

contenente l'eventuale proposta  del  mediatore  formulata  ai  sensi

dell'articolo 11, commi 1 e 2, del decreto  legislativo,  l'eventuale

rifiuto di tale proposta, il verbale  di  conciliazione,  il  verbale

attestante il mancato raggiungimento dell'accordo o  il  verbale  dal

quale risulta la conciliazione.

  4. L'organismo conserva gli atti e i  dati  inseriti  nei  registri

informatizzati relativi  ai  procedimenti  trattati,  in  conformita'

all'articolo 2961, primo comma, del Codice civile, per un periodo non

inferiore a tre anni.

  5. L'ente di formazione  comunica  al  responsabile  del  registro,

entro il 28 febbraio di ogni anno, il  calendario  dei  corsi  svolti

nell'anno   precedente   con   i   relativi    programmi,    completi

dell'indicazione dei formatori e dei docenti eventualmente invitati.

  6. L'organismo trasmette al Ministero - Dipartimento per gli affari

di giustizia, alla fine di ogni trimestre, non oltre l'ultimo  giorno

del mese successivo  alla  scadenza  del  trimestre  stesso,  i  dati

statistici relativi ai procedimenti di mediazione indicando  in  modo

separato:

    a) le mediazioni svolte nei casi previsti dall'articolo 5,  comma

1, del decreto legislativo e le mediazioni demandate dal giudice  con

l'indicazione delle materie e del valore della lite;

    b) le mediazioni svolte in casi che non rientrano  nella  lettera

a), con l'indicazione delle materie e del valore della lite;

    c) l'esito del primo incontro;

    d) l'esito del procedimento;

    e) se le parti del procedimento sono persone  fisiche  o  persone

giuridiche;

    f) il numero di parti ammesse al patrocinio a spese dello Stato.

  7. L'organismo trasmette, nel termine indicato dal comma 6, i  dati

relativi ai flussi dei procedimenti  di  mediazione  complessivamente

trattati nel trimestre, distinti in base allo stato  di  avanzamento,

con indicazione dei pendenti iniziali, degli iscritti, dei definiti e

dei pendenti finali.

  8. L'organismo ADR, nel rispetto dell'articolo  141-bis,  comma  2,

del Codice del consumo, non puo', se  non  per  giustificato  motivo,

rifiutarsi di svolgere la mediazione.

  9. A far data dal secondo anno di iscrizione nella sezione speciale

del registro, con cadenza biennale, ciascun organismo ADR,  entro  il

28 febbraio dell'anno successivo alla scadenza del biennio, trasmette

al responsabile del registro informazioni concernenti:

    a) il numero di domande ricevute e i tipi  di  controversie  alle

quali si riferiscono;

    b) la quota  percentuale  delle  procedure  interrotte  prima  di

raggiungere il risultato;

    c)  il  tempo  medio  necessario   per   la   risoluzione   delle

controversie trattate;

    d) la  percentuale  di  rispetto,  se  nota,  degli  esiti  delle

procedure ADR;

    e) le eventuali problematiche sistematiche o significative che si

verificano di frequente e  causano  controversie  tra  consumatori  e

professionisti, eventualmente  accompagnate  da  raccomandazioni  sul

modo di evitare o risolvere problematiche analoghe in futuro;

    f)  quando  pertinente,  la  valutazione   dell'efficacia   della

cooperazione all'interno di reti di organismi ADR  che  agevolano  la

risoluzione delle controversie transfrontaliere;

    g) se prevista al momento dell'iscrizione, la formazione  fornita

dall'organismo ADR ai propri mediatori, con indicazione completa  dei

corsi svolti nel biennio;

    h) la valutazione  dell'efficacia  della  procedura  ADR  offerta

dall'organismo e di eventuali modi per migliorarla.

                               Art. 17

 

               Obblighi di trasparenza degli organismi

 

  1.   L'organismo   rende   accessibili   al   pubblico,    mediante

pubblicazione sul proprio sito web:

    a) i dati identificativi e il numero d'ordine;

    b) i contatti, l'indirizzo postale  della  sede  legale  e  delle

eventuali sedi operative, l'indirizzo di posta elettronica e di posta

elettronica certificata;

    c) le informazioni necessarie per la presentazione  di  eventuali

reclami;

    d)   le   generalita'   e   il   curriculum   del    responsabile

dell'organismo;

    e)   l'organigramma   con   indicazione    delle    funzioni    e

responsabilita';

    f)  l'elenco  delle  sedi  operative  con  i  relativi  dati   di

identificazione e i contatti;

    g) gli eventuali accordi stipulati ai  sensi  degli  articoli  6,

comma 1, lettera t), 22, comma 1, lettera s),  e  23,  comma  5,  con

indicazione, per ciascun accordo, dell'oggetto, della  sua  durata  e

degli elementi identificativi degli altri organismi;

    h) l'eventuale specializzazione nelle materie del consumo e delle

liti transfrontaliere;

    i) i nomi e il curriculum dei mediatori  inseriti  in  uno  degli

elenchi di cui all'articolo 3, comma 3, lettere a), b) e c);

    l) il regolamento di procedura  approvato  dal  responsabile  del

registro;

    m) il codice etico;

    n)  la  tabella  delle  spese  di   mediazione,   approvate   dal

responsabile del registro o, quando pertinente,  la  tabella  di  cui

all'allegato A;

    o)  gli  eventuali  protocolli  e  progetti   di   collaborazione

stipulati ai sensi dell'articolo 5-quinquies, comma  4,  del  decreto

legislativo;

    p) l'ultimo bilancio depositato o l'ultimo  rendiconto  di  cassa

approvato;

    q) l'eventuale appartenenza a reti di organismi che agevolano  la

risoluzione delle controversie transfrontaliere;

    r) le lingue nelle quali possono  essere  presentate  le  domande

all'organismo e che possono essere usate nella procedura.

                               Art. 18

 

             Obblighi di trasparenza degli organismi ADR

 

  1.  L'organismo  ADR  rende  accessibili  al   pubblico,   mediante

pubblicazione sul proprio sito web:

    a) i dati identificativi e il numero d'ordine;

    b) le modalita' di  contatto,  l'indirizzo  postale  e  di  posta

elettronica;

    c) il  proprio  inserimento  nell'elenco  previsto  dall'articolo

141-decies del Codice del consumo;

    d) i mediatori incaricati, i criteri seguiti per il  conferimento

dell'incarico  e  la  sua  durata,  e  i  criteri  seguiti   per   la

designazione del mediatore;

    e) il regolamento di procedura;

    f) le indennita' previste dall'articolo 33;

    g) il codice etico;

    h) l'eventuale limite di valore di competenza;

    i)  i  motivi  per  i  quali  puo'  rifiutare  di  trattare   una

determinata controversia;

    l) le eventuali attivita' che le parti sono tenute  a  rispettare

prima di avviare la procedura di mediazione, incluso il tentativo  di

risoluzione della controversia mediante negoziazione diretta  con  il

professionista;

    m) le informazioni relative al funzionamento della procedura  ADR

e alla presentazione della domanda, anche  in  modalita'  diversa  da

quella telematica, e alla documentazione da produrre a supporto della

stessa;

    n) la possibilita'  o  meno  per  le  parti  di  ritirarsi  dalla

procedura;

    o) la durata media della procedura;

    p) l'effetto giuridico dell'esito della procedura;

    q) l'esecutivita' delle decisioni degli organismi ADR;

    r) l'eventuale appartenenza a reti transfrontaliere di  organismi

ADR;

    s) l'elenco degli organismi  ADR  elaborato  e  pubblicato  dalla

Commissione europea mediante link  di  reindirizzamento  al  relativo

sito, per gli adempimenti di cui all'articolo  141-sexies,  comma  6,

Codice del consumo;

    t) la relazione  annuale  di  attivita'  redatta  in  conformita'

all'articolo 141-quater, comma 2, del Codice del consumo.

  2. Le informazioni di cui al comma 1, lettere da b) a r), sono rese

con sistemi che ne rendono possibile il download o,  presso  la  sede

dell'organismo e su richiesta della parte, su supporto durevole e con

qualsiasi altra modalita' idonea ad assicurare il libero accesso alle

predette informazioni in modo trasparente ed equo.

                               Art. 19

 

          Obblighi di trasparenza degli enti di formazione

 

  1. L'ente di formazione rende  accessibili  al  pubblico,  mediante

pubblicazione sul proprio sito web:

    a) i dati identificativi e il numero d'ordine;

    b) i contatti, l'indirizzo postale della sede legale, l'indirizzo

di posta elettronica e di posta elettronica certificata;

    c) l'organigramma con le relative funzioni e responsabilita';

    d) il nome del responsabile scientifico e il suo  curriculum  nel

quale sono evidenziati i titoli e  l'esperienza  che  giustificano  i

requisiti della chiara fama e dell'esperienza pratica e professionale

nelle materie previste dall'articolo 16-bis,  comma  2,  del  decreto

legislativo, con indicazione della data di conseguimento dei titoli e

dello svolgimento delle esperienze professionali e pratiche;

    e) il nome e il curriculum di ciascuno dei formatori inseriti  in

uno o piu' degli elenchi di cui all'articolo 3;

    f) i programmi di formazione per l'anno in corso;

    g) le modalita' di attestazione dell'effettiva frequenza ai corsi

da parte degli iscritti;

    h) i criteri  per  l'ammissione  alla  valutazione  finale  degli

iscritti ai corsi;

    i)  le   modalita'   per   il   rilascio   dell'attestazione   di

partecipazione al corso, comprensiva dell'esito della prova finale.

                               Art. 20

 

                Obblighi di comunicazione del giudice

 

  1.  Il  giudice  che  nega  l'omologazione,  provvedendo  ai  sensi

dell'articolo 12 del decreto legislativo, trasmette  al  responsabile

del registro e all'organismo copia del provvedimento di diniego.

                               Art. 21

 

  Obblighi dei mediatori, incompatibilita' e conflitti di interesse

 

  1.   Ciascun   mediatore   puo'   dichiararsi    contemporaneamente

disponibile a svolgere la funzione di mediatore per un numero massimo

di cinque organismi.

  2. Il mediatore designato dall'organismo  esegue  personalmente  la

prestazione.

  3. Non puo' svolgere la funzione di mediatore chi ha in corso o  ha

avuto negli ultimi due anni  rapporti  professionali  con  una  delle

parti e quando ricorre una delle ipotesi  di  cui  all'articolo  815,

primo comma, numeri da 2 a 6 del Codice di procedura civile.

  4. Il mediatore non puo' essere parte o rappresentare una parte, ai

sensi dell'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo, in procedure

di mediazione che si svolgono  davanti  all'organismo  del  quale  e'

socio o del quale e' legale rappresentante o responsabile.

  5. Chi ha svolto la funzione di  mediatore  non  puo'  intrattenere

rapporti professionali  con  una  delle  parti  del  procedimento  di

mediazione prima che siano decorsi due  anni  dalla  definizione  del

procedimento.

  6. La violazione degli  obblighi  previsti  dal  presente  articolo

commessa da un mediatore che e' pubblico dipendente o  professionista

iscritto a un albo o collegio professionale, puo' costituire illecito

disciplinare sanzionabile ai sensi dei rispettivi codici deontologici

se da questi previsto. Il  responsabile  del  registro  e'  tenuto  a

informarne gli organi competenti.

                               Art. 22

 

                      Regolamento di procedura

 

  1. Il regolamento di procedura  contiene  le  regole  di  procedura

seguite dall'organismo e almeno le seguenti indicazioni:

    a) l'indicazione  del  luogo  di  svolgimento  della  mediazione,

derogabile con il consenso di tutte le parti,  del  mediatore  e  del

responsabile dell'organismo;

    b) la possibilita' per le parti di  manifestare  la  volonta'  di

svolgere la mediazione in modalita' telematica;

    c) la possibilita' per ciascuna  delle  parti,  anche  quando  la

mediazione non e' svolta in modalita' telematica, di svolgere  uno  o

piu' incontri da remoto;

    d) la possibilita' per le  parti  di  indicare  concordemente  un

mediatore tra quelli inseriti nell'elenco dell'organismo;

    e) in difetto di indicazione  concorde  del  mediatore  ai  sensi

della lettera d), i  criteri  predeterminati  di  assegnazione  degli

affari di  mediazione,  rispettosi  della  specifica  competenza  del

mediatore e idonei ad assicurare la rotazione;

    f) che, in difetto di indicazione ai sensi  della  lettera  d)  o

quando  l'organismo  ritiene  di  dover  disattendere   la   concorde

indicazione delle parti, la designazione del  mediatore  avverra'  in

conformita' ai criteri di cui alla lettera e);

    g) che il mediatore non puo' iniziare il  procedimento  prima  di

avere sottoscritto la dichiarazione di cui alla lettera i);

    h) le cause di incompatibilita' del mediatore previste dal codice

etico e, quando pertinente, dai codici deontologici  di  appartenenza

del singolo mediatore;

    i) le formule con cui il  mediatore  rende  la  dichiarazione  di

indipendenza e imparzialita'  prevista  dall'articolo  14,  comma  2,

lettera a), del decreto legislativo;

    l) gli  ulteriori  impegni  assunti  dal  mediatore  al  fine  di

attestare e garantire la  propria  indipendenza  e  imparzialita'  ai

sensi dell'articolo 14, comma 2, lettera a), del decreto legislativo;

    m) che non sono consentite comunicazioni riservate delle parti al

solo mediatore,  eccettuate  quelle  effettuate  in  occasione  delle

sessioni separate;

    n) la  disponibilita'  temporale  destinata  dall'organismo  allo

svolgimento del primo  incontro,  non  inferiore  a  due  ore,  e  le

condizioni per la sua eventuale estensione nell'ambito della medesima

giornata;

    o) le  condizioni  in  presenza  delle  quali  le  parti  possono

chiedere al responsabile dell'organismo la sostituzione del mediatore

e il diverso soggetto competente a provvedervi quando  la  mediazione

e' svolta dal responsabile dell'organismo;

    p) che, in caso di sopravvenuta impossibilita' del  mediatore  di

svolgere il suo incarico, l'organismo procedera' senza  indugio  alla

sua sostituzione nel rispetto della lettera e);

    q) che nei casi di cui all'articolo 5, comma 1,  e  5-quater  del

decreto legislativo, il mediatore tiene  il  primo  incontro  con  la

parte istante anche in mancanza di adesione della parte  chiamata  in

mediazione;

    r)  la  possibilita'  per  le  parti,  al  momento  della  nomina

dell'esperto, di convenire che la relazione prevista dall'articolo 8,

comma 7, del decreto legislativo possa essere prodotta nell'eventuale

giudizio;

    s) gli eventuali accordi in base ai quali e' possibile utilizzare

i risultati delle negoziazioni paritetiche basate  su  protocolli  di

intesa tra le associazioni riconosciute ai  sensi  dell'articolo  137

del Codice del consumo e le imprese, o loro associazioni  aventi  per

oggetto la medesima controversia;

    t) le modalita' di calcolo e liquidazione dei compensi  spettanti

agli esperti di cui si puo' avvalere il mediatore;

    u) l'illustrazione, anche con  esempi  pratici,  dei  criteri  di

calcolo  degli  importi  previsti  dalla  tabella  delle   spese   di

mediazione;

    v) fermo quanto previsto dalla lettera bb), le modalita' con  cui

e' assicurato  alle  parti  il  diritto  di  accesso  agli  atti  del

procedimento di mediazione, distinguendo tra il  diritto  di  accesso

agli atti depositati nelle sessioni comuni e il diritto  di  ciascuna

parte  di  accedere  agli  atti  depositati  nella  propria  sessione

separata;

    z) i diritti di informazione e le facolta' spettanti  alle  parti

quando,  nel  corso  della  mediazione,  l'organismo  e'  sospeso   o

cancellato dal registro, in conformita' agli articoli 40 e 41;

    aa) l'eventuale adozione di metodi di valutazione della  qualita'

e dell'efficacia delle procedure offerte  dall'organismo  e  la  loro

illustrazione;

    bb) che il trattamento dei dati sensibili  e  giudiziari  forniti

dalle parti  nell'ambito  dell'attivita'  di  mediazione  avviene  in

conformita' a quanto dispone l'articolo 47, comma 6.

Capo IV
I percorsi di formazione

                               Art. 23

 

                  Formazione iniziale dei mediatori

 

  1. Per ciascun mediatore che ha conseguito la laurea magistrale o a

ciclo unico in giurisprudenza, ai fini dell'inserimento in uno  degli

elenchi di cui all'articolo 3, commi 3, lettere a), b) e c), 6  e  7,

il richiedente attesta lo svolgimento e il  superamento  della  prova

finale di un corso di formazione riservato a  un  numero  massimo  di

quaranta partecipanti di durata non inferiore a  ottanta  ore,  oltre

allo  svolgimento  di  un  tirocinio  mediante  partecipazione,   con

affiancamento al mediatore, in  non  meno  di  dieci  mediazioni  con

adesione della parte invitata.

  2. Il corso di cui al comma 1, e'  composto  da  moduli  teorici  e

pratici, prevede una  prova  finale  di  valutazione  di  durata  non

inferiore a quattro ore, da svolgersi  in  presenza,  comprensiva  di

verifiche su entrambi i moduli, e una prova pratica  comprendente  la

simulazione di una proposta del mediatore.

  3. I moduli teorici del corso di cui al comma 1, hanno  durata  non

inferiore  a  quaranta  ore,  si  svolgono  in  presenza  o  mediante

collegamento audiovisivo in modalita' sincrona per i tre  quarti  del

predetto monte orario, e hanno ad oggetto:

    a)   l'introduzione   storica,   filosofica,   antropologica    e

sociologica  del  conflitto  e  dei   diversi   modelli   teorici   e

metodologici di gestione del conflitto;

    b) la teoria  della  comunicazione  e  dei  profili  cognitivi  e

decisionali;

    c) l'evoluzione della cultura nazionale  e  internazionale  della

soluzione stragiudiziale dei conflitti;

    d) la normativa nazionale, europea e internazionale in materia di

mediazione e di mediazione demandata dal giudice;

    e) la validita' e  l'efficacia  delle  clausole  contrattuali  di

mediazione;

    f) la  forma,  il  contenuto  e  gli  effetti  della  domanda  di

mediazione e dell'accordo di conciliazione e la sua trascrivibilita';

    g) i compiti e le responsabilita'  del  mediatore  anche  per  la

redazione  dei  verbali  e  per  la   formulazione   della   proposta

conciliativa.

  4. I moduli pratici del corso di cui al comma 1, hanno  durata  non

inferiore  a  quaranta  ore,  si  svolgono  in   presenza,   mediante

laboratori e sessioni simulate, e hanno ad oggetto:

    a) le fasi della procedura di mediazione anche telematica;

    b) il rapporto tra mediatore e organismo di mediazione;

    c) le metodologie delle procedure di gestione  consensuale  delle

liti e di interazione comunicativa;

    d) le attivita' finalizzate alla acquisizione di  informazioni  e

di eventuali valutazioni tecniche nel procedimento di mediazione e  i

rapporti con il consulente legale;

    e) le tecniche di redazione dei verbali e di  formulazione  della

proposta conciliativa;

  5. Oltre a quanto stabilito dal comma 4, i moduli  pratici  possono

prevedere la partecipazione a incontri  di  mediazione.  A  tal  fine

l'ente  di  formazione  stipula  apposito  accordo  con  uno  o  piu'

organismi di mediazione nel  rispetto  dell'articolo  9  del  decreto

legislativo.

  6. Per ciascun mediatore che ha conseguito la laurea magistrale o a

ciclo unico in materia diversa da quella indicata dal comma 1, e  per

ciascun mediatore iscritto a un ordine o collegio  professionale  che

ha conseguito la laurea triennale, ai fini dell'inserimento in uno  o

piu' elenchi di cui all'articolo 3, commi 3, lettere a), b) e c), 6 e

7, il richiedente documenta, oltre allo svolgimento del  percorso  di

formazione indicato dai commi da 1 a 5, lo svolgimento del  corso  di

approfondimento giuridico previsto dal comma 7.

  7. Il corso di approfondimento giuridico, di durata non inferiore a

quattordici ore, e' tenuto da formatori teorici che hanno  conseguito

la laurea indicata dal comma 1, prevede una prova finale,  scritta  e

orale, di durata non inferiore a due ore, e ha ad oggetto le  nozioni

e gli istituti di base di diritto sostanziale  e  processuale  civile

necessari  per  la  comprensione  della  normativa  in   materia   di

mediazione e per il corretto svolgimento dell'attivita' di mediatore.

  8. Gli avvocati iscritti all'albo  sono  esonerati  dal  modulo  di

formazione teorica previsto dal comma 3,  lettera  d)  per  la  parte

relativa alla normativa nazionale e alla mediazione demandata.

                               Art. 24

 

                  Formazione continua dei mediatori

 

  1. L'organismo, nel termine previsto  dall'articolo  15,  comma  1,

attesta per ciascun mediatore la partecipazione a corsi di formazione

sulle materie indicate dall'articolo 23,  comma  3,  riservati  a  un

numero  massimo  di  quaranta  mediatori,  articolati  in  moduli  da

svolgersi  in  presenza  o  mediante  collegamento   audiovisivo   in

modalita'  sincrona,  comprendenti  attivita'  laboratoriali,  queste

ultime da svolgersi in presenza.

  2. L'organismo attesta, per ciascun  mediatore,  la  frequenza  dei

corsi di cui al comma 1, per non meno di diciotto ore nel biennio.

                               Art. 25

 

        Formazione iniziale e continua dei mediatori esperti

 

  1. Ai fini dell'inserimento  nell'elenco  di  cui  all'articolo  3,

commi 3, lettere b) e c), 6 e 7, il richiedente attesta  per  ciascun

mediatore, oltre allo svolgimento  del  percorso  formativo  previsto

dall'articolo 23, la partecipazione a corsi, riservati a non piu'  di

quaranta  partecipanti,  di  durata  non  inferiore  a   dieci   ore,

articolati in moduli teorici da  svolgersi  in  presenza  o  mediante

collegamento audiovisivo in modalita' sincrona per non  piu'  di  tre

quarti del monte orario complessivo,  e  per  la  restante  parte  in

moduli pratici da svolgersi  in  presenza.  All'esito  del  corso  e'

prevista una prova finale di valutazione.

  2. I moduli teorici destinati alla formazione dei mediatori esperti

nella materia internazionale, liti transfrontaliere e  nella  materia

dei rapporti di consumo hanno ad oggetto:

    a) la disciplina nazionale  e  sovranazionale  della  tutela  del

consumatore;

    b) la tutela giudiziale, stragiudiziale, consensuale e paritetica

del consumatore;

    c) i diritti e le tutele in materia di liti transfrontaliere.

  3. Ai fini  della  conferma  dell'inserimento  nell'elenco  di  cui

all'articolo 3, commi 3, lettere b) e c), 6  e  7,  l'organismo,  nel

termine previsto dall'articolo  15,  comma  1,  attesta  per  ciascun

mediatore esperto la  partecipazione  a  corsi  di  formazione  nelle

materie indicate dal comma 2, per non meno di quattro ore nel biennio

articolati in moduli da svolgersi in presenza o mediante collegamento

audiovisivo in modalita' sincrona.

                               Art. 26

 

                  Formazione iniziale del formatore

 

  1. Ai fini dell'inserimento nella sezione A)  dell'elenco  previsto

dall'articolo 10, commi 3 e 4, il richiedente  attesta,  per  ciascun

formatore:

    a) il diploma di laurea magistrale o a ciclo unico;

    b) la qualifica di mediatore in materia civile e commerciale;

    c) lo svolgimento, nei cinque anni  precedenti  la  richiesta  di

iscrizione, di attivita' di docenza in corsi o seminari nella materia

della  mediazione,  conciliazione  o  risoluzione  alternativa  delle

controversie presso  universita'  pubbliche  o  private,  italiane  o

straniere riconosciute, ordini professionali o enti pubblici;

    d) in alternativa a quanto prevede la lettera c) l'avere  svolto,

nei cinque anni precedenti la richiesta di iscrizione,  attivita'  di

formatore nelle materie di cui alla lettera c).

  2. Per il formatore teorico, oltre ai requisiti previsti dal  comma

1,  il  richiedente  attesta  la  pubblicazione,  nei   cinque   anni

precedenti la richiesta  di  iscrizione,  di  almeno  tre  contributi

scientifici nelle materie indicate dal comma 1, lettera c).

  3. Per il formatore pratico, oltre ai requisiti previsti dal  comma

1,  il  richiedente  attesta  l'esperienza  maturata  nei  tre   anni

antecedenti la richiesta di iscrizione, quale mediatore presso uno  o

piu' organismi iscritti in almeno dieci procedure di  mediazione  con

adesione della parte invitata.

                               Art. 27

 

                  Formazione continua dei formatori

 

  1. Ai fini  della  conferma  nell'inserimento  nell'elenco  di  cui

all'articolo 10, commi 3 e  4,  l'ente  di  formazione,  nel  termine

previsto dall'articolo 15, comma 1, attesta per ciascun formatore  la

partecipazione a corsi di formazione nelle materie scelte tra  quelle

indicate dall'articolo 26, riservati a un numero massimo di  quaranta

formatori, articolati in moduli da svolgersi in presenza  o  mediante

collegamento audiovisivo in modalita' sincrona comprendenti attivita'

laboratoriali, queste ultime da svolgersi in presenza.

  2. L'ente attesta, per ciascun formatore, la frequenza dei corsi di

cui al comma 1, per non meno di diciotto ore nel biennio.

Capo V
Indennita', spese e tabelle

                               Art. 28

 

              Indennita' e spese per il primo incontro

 

  1.  Per  il  primo  incontro  le  parti  sono  tenute   a   versare

all'organismo di mediazione un importo a titolo di indennita',  oltre

alle spese vive.

  2. L'indennita' comprende le spese di  avvio  del  procedimento  di

mediazione e le spese di  mediazione  comprendenti  il  compenso  del

mediatore previste dai commi 4 e 5.

  3. Sono altresi' dovute e versate  le  spese  vive,  diverse  dalle

spese di  avvio,  costituite  dagli  esborsi  documentati  effettuati

dall'organismo per la convocazione delle parti, per la sottoscrizione

digitale dei verbali e degli accordi quando  la  parte  e'  priva  di

propria firma digitale e per il rilascio delle  copie  dei  documenti

previsti dall'articolo 16, comma 4.

  4. Sono dovuti e versati a titolo di  spese  di  avvio  i  seguenti

importi:

    € 40,00 per le liti di valore sino a € 1.000,00;

    € 75,00 per le liti di valore da € 1.000,01 sino a € 50.000,00;

    € 110,00 per  le  liti  di  valore  superiore  a  €  50.000,00  e

indeterminato;

  5. Sono dovuti a titolo di spese di mediazione i seguenti importi:

    € 60,00 per le liti di valore non superiore a € 1.000  e  per  le

cause di valore indeterminabile basso;

    € 120,00 per le liti di valore da € 1.000,01 sino a €  50.000,00,

e per le cause di valore indeterminabile medio;

    € 170,00 per le liti di valore superiore a € 50.000,00, e per  le

cause di valore indeterminabile alto.

  6. Quando il primo incontro si conclude senza la conciliazione e il

procedimento  non  prosegue  con  incontri  successivi  sono   dovuti

esclusivamente gli importi di cui ai commi 4 e 5.

  7. Quando il primo incontro si conclude con la  conciliazione  sono

altresi'  dovute  le  ulteriori  spese  di  mediazione  calcolate  in

conformita' all'articolo 30, comma 1.

  8. Quando la  mediazione  e'  condizione  di  procedibilita'  della

domanda ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo  o

quando  e'  demandata  dal  giudice,  l'indennita'   di   mediazione,

determinata ai sensi dei commi 4 e 5, e' ridotta di un quinto, e sono

ridotte di un quinto le ulteriori spese di mediazione determinate  ai

sensi del comma 7.

                               Art. 29

 

Determinazione del valore della lite e dell'accordo di conciliazione

 

  1. La domanda di mediazione contiene l'indicazione del  suo  valore

in conformita' ai criteri previsti dagli articoli  da  10  a  15  del

Codice di procedura civile. Quando tale indicazione non e'  possibile

la domanda indica  le  ragioni  che  ne  rendono  indeterminabile  il

valore.

  2. L'atto di adesione che introduce un'ulteriore domanda ne  indica

il valore e si applica il comma 1.

  3. Quando la  domanda  o  l'atto  di  adesione  non  contengono  le

indicazioni previste dal comma 1, o le parti non concordano  sul  suo

valore, o sono stati applicati in modo errato i criteri previsti  dal

comma 1, il valore della lite e' determinato dall'organismo con  atto

comunicato alle parti.

  4. Il valore della lite  puo'  essere  nuovamente  determinato  dal

responsabile  dell'organismo,  su  indicazione  delle  parti   o   su

segnalazione del mediatore, quando sopravvengono  nuovi  elementi  di

valutazione  o  nuovi  fatti  allegati  dalle  parti  nel  corso  del

procedimento.

  5. Il valore dell'accordo di conciliazione e'  determinato,  quando

necessario, sulla base dei criteri di cui ai commi da 1 a  4.  Quando

l'accordo definisce questioni ulteriori rispetto a quelle considerate

per la determinazione del valore del procedimento ai sensi dei  commi

da 1 a 4, il  responsabile  dell'organismo  ne  determina  il  valore

dandone comunicazione alle parti.

                               Art. 30

 

              Determinazione delle spese di mediazione

 

  1. In caso di conciliazione al primo incontro, le  ulteriori  spese

di mediazione  dovute  ai  sensi  dell'articolo  28,  comma  7,  sono

calcolate, per gli organismi pubblici in conformita' alla tabella  di

cui all'allegato A, e per gli organismi privati in  conformita'  alla

tabella approvata dal responsabile del registro, detratti gli importi

previsti dall'articolo 28, comma 5, con una maggiorazione  del  dieci

per cento.

  2. In caso di conciliazione in incontri successivi al  primo,  sono

dovute agli organismi pubblici o agli organismi privati le  ulteriori

spese di mediazione calcolate, rispettivamente, secondo la tabella di

cui all'allegato A, o secondo la tabella approvata  dal  responsabile

del registro, detratti gli importi previsti dall'articolo  28,  comma

5, con una maggiorazione del venticinque per cento.

  3. Quando il procedimento prosegue con incontri successivi al primo

e si conclude senza conciliazione sono dovute agli organismi pubblici

o agli organismi privati le ulteriori spese di mediazione  calcolate,

rispettivamente, secondo la tabella di cui all'allegato A, o  secondo

la tabella redatta in conformita' all'articolo  32  e  approvata  dal

responsabile   del   registro,   detratti   gli   importi    previsti

dall'articolo 28, comma 5.

  4. Quando la  mediazione  e'  condizione  di  procedibilita'  della

domanda ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo  o

quando e' demandata dal giudice, le spese di mediazione,  determinate

in conformita' al presente articolo, sono ridotte di un quinto.

                               Art. 31

 

    Tabella delle spese di mediazione per gli organismi pubblici

 

  1. Le spese di  mediazione  dovute  agli  organismi  pubblici  sono

calcolate secondo la tabella di  cui  all'allegato  A,  fermo  quanto

previsto dagli articoli 28 e 30.

  2. Si considerano importi minimi quelli dovuti come massimi per  il

valore  della  lite   ricompreso   nello   scaglione   immediatamente

precedente a quello effettivamente applicabile.

  3. In caso di conciliazione in incontri successivi  al  primo,  gli

importi massimi della tabella di cui all'allegato A,  in  aggiunta  a

quanto prevede l'articolo 30, comma 2, possono essere maggiorati fino

al venti per cento, in  ragione  dell'esistenza  di  almeno  uno  dei

seguenti criteri:

    a) esperienza e competenza del mediatore  designato  su  concorde

indicazione delle parti;

    b) complessita' delle questioni oggetto  della  procedura,  quali

l'impegno  richiesto  al  mediatore,   valutabile   anche,   ma   non

esclusivamente, in base al numero degli incontri.

  4. Fermo quanto previsto dagli articoli 28 e 30, e fuori  dai  casi

in  cui  la  domanda  ha  ad  oggetto  una  lite  tra  consumatore  e

professionista, su  accordo  delle  parti,  le  spese  di  mediazione

possono essere determinate, nel rispetto degli  scaglioni  di  valore

previsti dalla tabella  di  cui  all'allegato  A,  in  base  uno  dei

seguenti criteri:

    a) la durata di ciascun incontro;

    b) l'esperienza  e  la  competenza  del  mediatore  designato  su

concorde indicazione delle parti;

    c) il prevedibile impegno del mediatore per l'intero procedimento

in base a criteri oggettivi e  predeterminati  che  la  tabella  deve

indicare,  quali  la  complessita'  delle  questioni  oggetto   della

procedura e il numero delle parti.

  5. Quando le spese di mediazione sono determinate in conformita' al

comma 4, in caso di  conciliazione,  possono  essere  maggiorate,  su

accordo delle parti, in misura non superiore al venti per cento.

  6. Le spese di mediazione applicate dagli  organismi  pubblici  non

derogano gli importi minimi fissati nella tabella di cui all'allegato

A per gli scaglioni di riferimento.

                               Art. 32

 

Criteri per l'approvazione della tabella delle  spese  di  mediazione

                       degli organismi privati

 

  1. Le spese  di  mediazione  dovute  agli  organismi  privati  sono

calcolate secondo la tabella predisposta  da  ciascun  organismo  nel

rispetto  del  presente  articolo,  approvata  dal  responsabile  del

registro, fermo quanto  previsto  dagli  articoli  28  e  30.  Quando

l'organismo privato  ha  dichiarato  di  adottare  la  tabella  degli

organismi pubblici si applica l'articolo 31.

  2. La tabella delle spese di mediazione e' allegata al  regolamento

di procedura e prevede:

    a) scaglioni di valore minimo e massimo del  procedimento,  salvo

quanto previsto dalla lettera b);

    b) uno scaglione di valore non superiore nel massimo a € 1000;

    c) scaglioni applicabili in caso di valore indeterminabile basso,

medio e alto;

    d) una maggiorazione degli importi calcolati in base alla tabella

non superiore al venticinque per cento in caso  di  conciliazione  in

incontri successivi al primo.

  3. In caso di conciliazione in incontri  successivi  al  primo,  la

tabella puo' prevedere che  gli  importi  massimi  da  essa  previsti

possono essere  maggiorati  fino  al  venti  per  cento,  in  ragione

dell'esistenza di almeno uno dei seguenti criteri:

    a) esperienza e competenza del mediatore  designato  su  concorde

indicazione delle parti;

    b) complessita' delle questioni oggetto  della  procedura,  quali

l'impegno  richiesto  al  mediatore,   valutabile   anche,   ma   non

esclusivamente, in base al numero degli incontri.

  4. Fermo quanto previsto dagli articoli 28 e 30, e fuori  dai  casi

in  cui  la  domanda  ha  ad  oggetto  una  lite  tra  consumatore  e

professionista, su  accordo  delle  parti,  le  spese  di  mediazione

possono essere determinate, nel rispetto degli  scaglioni  di  valore

previsti dalla tabella redatta in conformita' al comma 2, in  base  a

uno dei criteri indicati dall'articolo 31, comma 3.

  5. Quando le spese di mediazione sono determinate in conformita' al

comma 4, in caso di  conciliazione,  possono  essere  maggiorate,  su

accordo delle parti, in misura non superiore al venti per cento.

  6. Le spese di mediazione applicate  dagli  organismi  privati  non

derogano gli importi  minimi  indicati  da  ciascun  organismo  nella

tabella approvata dal responsabile del registro.

                               Art. 33

 

       Indennita' per le mediazioni avanti agli organismi ADR

 

  1. Gli organismi di  mediazione  iscritti  nella  sezione  speciale

degli organismi ADR applicano le indennita' dovute  per  il  servizio

prestato  secondo  gli  indirizzi  definiti  ai  sensi  dell'articolo

141-octies, comma 3, del Codice del consumo.

                               Art. 34

 

             Soggetti obbligati e modalita' di pagamento

 

  1. Le spese di  cui  all'articolo  28  sono  dovute  e  versate  da

ciascuna  delle  parti,  rispettivamente,  alla  presentazione  della

domanda di mediazione e al momento dell'adesione.

  2. Quando il primo incontro si  conclude  con  la  conciliazione  e

quando la procedura di mediazione prosegue con incontri successivi al

primo, sono dovute e versate da ciascuna  delle  parti  le  ulteriori

spese  di  mediazione  calcolate  in  conformita'  all'articolo   30,

detratti gli importi previsti dall'articolo  28,  comma  5,  e  salvo

quanto prevede il comma 4.

  3.  Le  parti   sono   solidalmente   obbligate   a   corrispondere

all'organismo  le  ulteriori  spese  di   mediazione   in   caso   di

conciliazione  o  di  prosecuzione  del  procedimento  con   incontri

successivi al primo.

  4. Ai fini della individuazione dei soggetti  tenuti  al  pagamento

delle spese di mediazione,  quando  piu'  soggetti  rappresentano  un

unico  centro  di  interessi,  il  responsabile   dell'organismo   li

considera come una parte unica.

Capo VI
Sospensione e cancellazione degli iscritti

                               Art. 35

 

                        Cause di sospensione

 

  1. Costituiscono causa di sospensione  per  un  periodo  da  sei  a

dodici mesi:

    a) l'inadempimento a uno o piu' obblighi di trasparenza  previsti

dagli articoli 17, 18 e 19;

    b) la pubblicizzazione, in qualsiasi forma, di un regolamento  di

procedura o di una tabella  delle  spese  di  mediazione  diversi  da

quelli approvati dal responsabile del registro;

    c) lo svolgimento del servizio di mediazione in sedi non indicate

al  momento  della  richiesta  di  iscrizione  e  non  approvate  dal

responsabile del registro;

    d)  la  presentazione  al  pubblico  o  la  pubblicizzazione,  in

qualsiasi forma,  dei  servizi  di  mediazione  o  di  formazione  in

associazione a denominazioni, simboli, emblemi e stemmi che rivestono

un  interesse  pubblico  in  relazione  ai  quali  l'interessato  non

dimostra di avere preventivamente acquisito il diritto di farne  tale

uso.

                               Art. 36

 

                       Cause di cancellazione

 

  1. Costituiscono causa di cancellazione:

    a)  la  perdita  di  uno  o  piu'  dei  requisiti  richiesti  per

l'iscrizione;

    b) l'applicazione di un regolamento di procedura o di una tabella

delle  spese  di  mediazione  diversi   da   quelli   approvati   dal

responsabile del registro;

    c) l'applicazione di indennita' per il primo incontro diverse  da

quelle previste dall'articolo 28;

    d) l'affidamento di uno o  piu'  incarichi  a  un  mediatore  non

inserito negli elenchi di cui all'articolo  3,  o  privo,  anche  per

causa sopravvenuta, dei requisiti per esservi inserito;

    e) l'affidamento, da parte dell'ente di formazione, di uno o piu'

incarichi a uno o  piu'  formatori  inseriti  negli  elenchi  di  cui

all'articolo 10, e privi, anche per causa sopravvenuta, dei requisiti

per esservi iscritto o dei titoli richiesti dal presente decreto  per

lo svolgimento del corso;

    f) lo svolgimento di  una  o  piu'  procedure  di  mediazione  in

presenza di cause di incompatibilita',  come  definite  dal  presente

decreto;

    g) la mancata adozione da parte dell'organismo delle  sanzioni  a

carico del mediatore nei casi previsti dal regolamento di procedura;

    h) la volontaria divulgazione di  dati  sensibili  relativi  alle

procedure di mediazione;

    i) la mancata comunicazione delle variazioni  delle  informazioni

fornite al momento dell'iscrizione e approvate dal  responsabile  del

registro;

    l)  la  mancata  trasmissione  periodica  delle  attestazioni   o

certificazioni relative all'adempimento degli obblighi  formativi  di

mediatori e formatori;

    m) il mancato adempimento dell'obbligo di trasmissione  dei  dati

indicati dall'articolo 16, commi 6 e 7;

    n) lo svolgimento di meno di dieci procedimenti di mediazione nel

biennio precedente l'adozione del provvedimento;

    o) la comunicazione da parte  dell'iscritto  della  dichiarazione

prevista dall'articolo 39, comma 5.

  2. Costituisce causa di cancellazione dell'organismo ADR la perdita

di uno o piu' dei requisiti previsti dall'articolo 9.

                               Art. 37

 

                    Invito alla regolarizzazione

 

  1. Quando un organismo o un ente di formazione perde uno o piu' dei

requisiti previsti dagli articoli 6 e 11,  comma  3,  o  e'  rilevato

l'inadempimento a  uno  degli  obblighi  previsti  dall'articolo  36,

lettere  i),  l)  e  m),  il  responsabile  del   registro   ne   da'

comunicazione all'interessato invitandolo a ovviarvi senza indugio  e

comunque non oltre il termine di tre mesi.

  2.  Se  alla  scadenza  permane  la   difformita'   segnalata,   il

responsabile adotta il provvedimento di cancellazione.

                               Art. 38

 

           Invito alla regolarizzazione all'organismo ADR

 

  1.  Ad  eccezione  del  caso  di  perdita  dei  requisiti  previsti

dall'articolo 4, quando un organismo ADR non soddisfa uno o piu'  dei

requisiti previsti dall'articolo 9, il responsabile del  registro  ne

da' comunicazione  all'interessato  e  lo  invita  a  ovviarvi  senza

indugio e comunque non oltre il termine di tre mesi.

  2. Se alla scadenza del termine previsto dal comma  1,  permane  la

difformita'  segnalata,  il  responsabile  del  registro  dispone  la

cancellazione dell'organismo ADR dalla sezione speciale del registro.

  3. Adottato il provvedimento di cui al  comma  2,  il  responsabile

aggiorna immediatamente la sezione  speciale  del  registro,  dandone

comunicazione al Ministero delle imprese e del made in Italy.

                               Art. 39

 

                     Procedura di contestazione

 

  1. Fuori dai casi previsti dagli articoli 37 e 38, il  responsabile

del registro, quando rileva la sussistenza di  fatti  che  potrebbero

dar luogo all'adozione  di  un  provvedimento  di  sospensione  o  di

cancellazione, ne  da'  comunicazione  all'organismo  o  all'ente  di

formazione con l'invito, entro un termine non  inferiore  a  quindici

giorni e  non  superiore  a  trenta,  a  fornire  chiarimenti  e  per

eventuali produzioni documentali.

  2.  Scaduto  il  termine  assegnato  ai  sensi  del  comma  1,   il

responsabile del registro esamina, se presentati, i chiarimenti e  le

attestazioni, se non ritiene di  archiviare  la  procedura,  contesta

formalmente all'interessato i fatti riscontrati, indica le norme  che

ritiene violate, e assegna un termine di quindici giorni per difese e

ulteriori produzioni documentali.

  3. Se nel termine assegnato ai sensi del comma 2, l'interessato non

fornisce elementi idonei a superare la contestazione, il responsabile

del registro, con  provvedimento  motivato,  dispone  la  sospensione

indicandone  la  durata.  Quando  ricorrono  i  presupposti  previsti

dall'articolo 36,  dispone  la  cancellazione.  Il  provvedimento  e'

comunicato  all'interessato  ed  e'  pubblicato,  limitatamente  alla

denominazione e al numero d'ordine  dell'organismo  o  dell'ente,  al

tipo di provvedimento adottato e alla  durata  della  sospensione  in

apposita pagina del sito web del Ministero dedicato alla  mediazione.

La pubblicazione del provvedimento di sospensione  e'  mantenuta  per

l'intera  durata  della   sua   efficacia.   La   pubblicazione   del

provvedimento di cancellazione e' mantenuta per due  anni  dalla  sua

adozione. Il provvedimento  di  cancellazione  e  di  sospensione  e'

altresi' annotato nel registro, nella sezione speciale o nell'elenco.

  4. I provvedimenti previsti  dai  commi  1,  2  e  3,  quando  sono

adottati nei confronti di un organismo  ADR  iscritto  nella  sezione

speciale del registro, sono preventivamente comunicati  al  Ministero

delle imprese e del made in Italy, che ha facolta'  di  esprimere  il

proprio parere.

  5. In ogni  fase  della  procedura  di  contestazione  e  nel  caso

previsto dall'articolo 37, l'organismo o l'ente  di  formazione  puo'

dichiarare di non avere interesse al mantenimento dell'iscrizione. In

tal caso il responsabile del registro,  allo  stato  degli  atti,  ne

dispone la cancellazione.

  6. Tutte le comunicazioni  previste  dalla  presente  sezione  sono

effettuate dal responsabile del registro  all'indirizzo  indicato  al

momento dell'iscrizione.

                               Art. 40

 

           Effetti della sospensione e della cancellazione

 

  1. L'organismo o l'ente di formazione, ricevuto il provvedimento di

sospensione o di cancellazione, danno immediata  comunicazione  della

sua  adozione  e  della  data  di  decorrenza   dei   suoi   effetti,

rispettivamente, ai mediatori inseriti  nei  propri  elenchi  e  alle

parti dei procedimenti in corso, ai  formatori  e  agli  iscritti  ai

corsi, e attestano al responsabile del registro l'adempimento di tale

onere.

  2. Dopo la comunicazione della sospensione  o  della  cancellazione

l'organismo o l'ente di formazione  non  possono  erogare  i  servizi

previsti dal presente decreto.

  3. La cancellazione non fa venire meno l'obbligo  di  conservazione

previsto dall'articolo 8-bis, comma  5,  del  decreto  legislativo  e

dall'articolo 16, comma 4, del presente decreto.

  4. La cancellazione per  qualsiasi  causa  preclude  per  due  anni

all'organismo e all'ente di formazione di chiedere l'iscrizione.

                               Art. 41

 

Prosecuzione della procedura di mediazione nei casi di sospensione  e

                            cancellazione

 

  1. La procedura di  mediazione  in  corso  avanti  a  un  organismo

sospeso o cancellato puo' proseguire davanti ad altro  organismo  del

medesimo circondario, in conformita' al presente articolo.

  2. Entro quindici giorni dalla pubblicazione prevista dall'articolo

39, comma 3, la parte che ha avviato la procedura di mediazione  puo'

individuare un altro organismo  mediante  presentazione  di  apposita

domanda che deve contestualmente essere comunicata alle  altre  parti

della procedura di mediazione e all'organismo sospeso  o  cancellato.

Tale richiesta puo' contenere l'indicazione  dello  stesso  mediatore

designato dall'organismo sospeso o cancellato, a condizione che detto

mediatore sia  inserito  nell'elenco  dell'organismo  individuato  ai

sensi del primo periodo e che il provvedimento sanzionatorio non  sia

stato adottato per motivi attinenti al comportamento del mediatore in

questione.  Se  nel  termine  indicato  nel  primo  periodo  non   e'

depositata la richiesta di prosecuzione, entro i successivi  quindici

giorni puo'  provvedervi  la  parte  chiamata  che  ha  aderito  alla

mediazione.

  3. L'organismo che riceve l'istanza prevista dal comma 2  non  puo'

rifiutare di svolgere la mediazione, se non per giustificato motivo.

  4. L'organismo sospeso o cancellato, quando la mediazione  prosegue

ai sensi del comma 1, cura l'immediata trasmissione degli atti fino a

quel momento compiuti  all'organismo  avanti  al  quale  prosegue  la

procedura, conservandone copia.

Capo VII
Disposizioni transitorie, trattamento dati, finanziarie e finali

                               Art. 42

 

    Procedimento per il mantenimento dell'iscrizione nel registro

 

  1. Gli organismi di mediazione iscritti, alla data  di  entrata  in

vigore del presente decreto, nel registro  previsto  dall'articolo  3

del decreto del Ministro della giustizia del 18 ottobre 2010, n. 180,

e  che  entro  il  30  aprile  2023  hanno  presentato   istanza   di

mantenimento dell'iscrizione, attestano al responsabile del registro,

entro  nove  mesi  dall'entrata  in  vigore  del  presente   decreto,

l'adeguamento ai requisiti di iscrizione previsti dagli articoli 4, 5

e 6. Nello stesso termine trasmettono  il  regolamento  di  procedura

aggiornato  in  conformita'  all'articolo  22  unitamente,  per   gli

organismi privati, alla tabella redatta in  conformita'  all'articolo

32 o corredato della dichiarazione di adozione della tabella  di  cui

all'allegato A.

  2. Fuori dai casi previsti dal comma 4, gli  organismi  di  cui  al

comma 1, per i mediatori inseriti, alla data di entrata in vigore del

presente decreto, negli elenchi previsti dall'articolo  3,  comma  3,

parte i), sezioni da A) a C) e parte ii), sezioni  da  A)  a  C)  del

decreto del Ministro della giustizia n. 180 del 2010,  che  intendono

mantenere tale inserimento, attestano al responsabile  del  registro,

nel termine di cui al comma 1, per ciascun mediatore:

    a) i requisiti previsti dall'articolo 8, comma 2, lettera b);

    b)  il  conseguimento  della  laurea  triennale   o   l'eventuale

conseguimento della laurea prevista dall'articolo 23, comma 1;

    c) lo svolgimento di  un  corso  di  aggiornamento  di  contenuto

corrispondente a quanto prevede l'articolo 24, comma 1, di durata non

inferiore a dieci ore.

  3. Fuori dai casi previsti dal comma 4, per i  mediatori  inseriti,

alla data di entrata in vigore del presente decreto,  nell'elenco  di

cui all'articolo 3, comma 3, parte i), sezioni da A)  a  C)  e  parte

ii), sezioni da A) a C) del decreto del Ministro della  giustizia  n.

180 del 2010, che intendono mantenere tale  inserimento,  l'organismo

documenta, oltre a quanto prevede il comma 2, lo  svolgimento  di  un

corso di aggiornamento di contenuto corrispondente a  quanto  prevede

l'articolo 25, comma 3, di durata non inferiore a quattro ore.

  4. Per i mediatori inseriti, alla data di  entrata  in  vigore  del

presente decreto, negli elenchi previsti dall'articolo  3,  comma  3,

del decreto del Ministro della giustizia n. 180 del 2010, e  iscritti

a un ordine o collegio professionale, l'organismo, nel termine di cui

al comma 1 attesta:

    a) per tutti i mediatori i requisiti  previsti  dall'articolo  8,

comma 2, lettera b);

    b)  per  i  mediatori  inseriti  nella  sezione  A,   l'eventuale

conseguimento  della  laurea  triennale  o  della   laurea   prevista

dall'articolo 23, comma 1;

    c) per i mediatori inseriti nella sezione A, lo svolgimento di un

corso di aggiornamento di contenuto corrispondente a  quanto  prevede

l'articolo 24, comma 1, di durata non inferiore a dieci ore;

    d) per i mediatori inseriti nelle sezioni B e C, oltre  a  quanto

prevedono le  lettere  a)  e  b),  lo  svolgimento  di  un  corso  di

aggiornamento di contenuto corrispondente a quanto prevede l'articolo

25, comma 3, di durata non inferiore a quattro ore.

  5. Gli enti di formazione iscritti, alla data di entrata in  vigore

del presente  decreto,  nell'elenco  previsto  dall'articolo  17  del

decreto del Ministro della giustizia n. 180 del 2010, e che, entro il

30  aprile   2023,   hanno   presentato   istanza   di   mantenimento

dell'iscrizione,  trasmettono  al  responsabile  del  registro,   nel

termine  previsto  dal  comma   1,   la   documentazione   attestante

l'adeguamento ai requisiti previsti dall'articolo 11.

  6. Gli enti di cui al comma 5, per i formatori inseriti  alla  data

di entrata in vigore del  presente  decreto  negli  elenchi  previsti

dall'articolo 17, comma 3, parte i), lettera A) e parte  ii)  lettera

A, del decreto del Ministro della giustizia  n.  180  del  2010,  che

intendono mantenere tale inserimento, attestano al  responsabile  del

registro, nel termine di cui al comma 1, per ciascun formatore:

    a) i requisiti previsti dall'articolo 4;

    b) l'eventuale conseguimento della laurea prevista  dall'articolo

26, comma 1, o quantomeno della laurea triennale;

    c) lo svolgimento di  un  corso  di  aggiornamento  di  contenuto

corrispondente a quanto prevede l'articolo 27, comma 1, di durata non

inferiore a dieci ore.

    d) quando non e' attestato il conseguimento della laurea ai sensi

della lettera b), per ciascun formatore l'ente attesta lo svolgimento

di attivita' di docenza nelle materie di cui all'articolo  23,  comma

3, per almeno  sedici  ore  negli  ultimi  tre  anni  anteriori  alla

scadenza del termine di cui al comma 1.

  7. Ai fini del  mantenimento  dell'inserimento  negli  elenchi  dei

mediatori e dei formatori, i corsi  previsti  dai  commi  2,  3  e  6

prevedono uno specifico modulo dedicato alle modifiche  apportate  al

decreto legislativo n. 28 del 2010 dal decreto legislativo 10 ottobre

2022, n. 149, con approfondimento sui temi degli  incentivi  fiscali,

del patrocinio a spese dello Stato,  e  sui  contenuti  del  presente

decreto.

  8. Lo svolgimento dei corsi previsti dai commi 2, 3, e 6, da  parte

dei mediatori e formatori per i quali e' confermato l'inserimento nei

rispettivi elenchi in  conformita'  al  presente  articolo,  equivale

all'assolvimento   dell'obbligo    formativo    periodico    previsto

dall'articolo 15 per il biennio con scadenza 31 dicembre 2025.

                               Art. 43

 

Inserimento   nell'elenco   del   responsabile    dell'organismo    e

  mantenimento   dell'inserimento   nell'elenco   del    responsabile

  scientifico

  1.  Ai  fini  dell'inserimento  del   responsabile   dell'organismo

nominato alla  data  di  entrata  in  vigore  del  presente  decreto,

nell'elenco di cui all'articolo 3, comma 3, lettera d), gli organismi

di cui all'articolo 42, comma  1,  entro  il  termine  di  nove  mesi

dall'entrata  in  vigore   del   presente   decreto,   attestano   al

responsabile del registro:

    a) i requisiti previsti dall'articolo 4;

    b)  il  conseguimento  della  laurea  triennale   o   l'eventuale

conseguimento della laurea di cui all'articolo 23, comma 1;

    c)  il  conseguimento  della  qualifica  di  mediatore  in   data

anteriore all'entrata in vigore del presente decreto.

  2. Ai fini di cui al comma 1, quando il responsabile dell'organismo

e' iscritto a un ordine o collegio  professionale,  l'organismo,  nel

termine indicato dal predetto  comma,  attesta  al  responsabile  del

registro:

    a) i requisiti previsti dall'articolo 4;

    b)  il  conseguimento  della  qualifica  di  mediatore  in   data

anteriore all'entrata in vigore del presente decreto;

    c) l'eventuale conseguimento della laurea di cui all'articolo 23,

comma 1, o della laurea triennale.

  3. Quando, nei casi previsti dai commi 1 e 2, alla data di  entrata

in vigore del presente decreto, il responsabile dell'organismo non ha

conseguito la qualifica di mediatore, l'organismo, nel termine di cui

al comma 1, attesta al responsabile del registro il conseguimento  di

tale qualifica in conformita' all'articolo 23.

  4. Gli enti di cui all'articolo 42, comma 5,  per  il  mantenimento

del responsabile scientifico inserito, alla data di entrata in vigore

del presente decreto, nell'elenco previsto dall'articolo 17, comma 3,

parte i), sezione B) e parte ii), sezione B) del decreto del Ministro

della giustizia n. 180 del 2010, attestano il possesso dei  requisiti

di cui all'articolo 4 e trasmettono  al  responsabile  del  registro,

entro il termine di cui al comma 1,  il  curriculum  nel  quale  sono

evidenziati i titoli e  l'esperienza  che  giustificano  i  requisiti

della chiara fama e dell'esperienza  pratica  e  professionale  nelle

materie  previste  dall'articolo  16-bis,  comma   2,   del   decreto

legislativo, con indicazione della data di conseguimento dei titoli e

dello svolgimento delle esperienze.

                               Art. 44

 

 Procedura di verifica dei requisiti di mantenimento dell'iscrizione

 

  1. Il  responsabile  del  registro,  entro  sessanta  giorni  dalla

ricezione  delle  attestazioni  previste  dagli  articoli  42  e  43,

verificatane  idoneita'  e  completezza,   conferma   le   iscrizioni

richieste nel registro e negli elenchi, indicando in modo specifico i

soggetti dei quali e' confermato l'inserimento nel registro  e  negli

elenchi, dandone contestuale comunicazione al richiedente.

  2. Se, all'esito delle verifiche effettuate ai sensi del  comma  1,

il responsabile del  registro  non  provvede,  sospende  l'iscrizione

dell'organismo  o  dell'ente  di  formazione  per  sei  mesi,  previo

preavviso ai sensi dell'articolo 10-bis, della legge 7  agosto  1990,

n. 241. Si applicano gli articoli 40 e 41.

  3. L'organismo o l'ente, almeno trenta giorni prima della  scadenza

del periodo di sospensione disposto ai sensi del comma  2,  salvo  il

deposito della dichiarazione  prevista  dall'articolo  39,  comma  5,

attesta al responsabile del  registro  l'adeguamento  in  conformita'

agli articoli 42 e 43.  In  difetto,  il  responsabile  del  registro

dispone la cancellazione e si applicano gli articoli 40 e 41.

                               Art. 45

 

Disposizioni transitorie relative  alle  procedure  finalizzate  alla

                  cancellazione o alla sospensione

 

  1. Ai procedimenti pendenti alla data  di  entrata  in  vigore  del

presente decreto, avviati dal  responsabile  del  registro  ai  sensi

dell'articolo 10 del decreto del Ministro della giustizia n. 180  del

2010, continua ad applicarsi il predetto decreto.

  2. Le disposizioni del Capo VI si applicano ai procedimenti avviati

dal responsabile del registro d'ufficio o a seguito  di  segnalazioni

dell'Ispettorato o di esposti in data successiva a quella di  entrata

in vigore del presente decreto.

                               Art. 46

 

       Disposizioni transitorie in tema di spese di mediazione

 

  1. Alle procedure di mediazione iniziate con domanda presentata  in

data anteriore all'entrata in vigore del presente decreto continua ad

applicarsi l'articolo 16 del decreto del Ministro della giustizia  n.

180 del 2010 e la tabella A, ivi richiamata.

  2. Alle procedure di mediazione iniziate con domanda presentata  in

data successiva all'entrata  in  vigore  del  presente  decreto,  gli

organismi  privati  che  hanno  presentato  istanza  di  mantenimento

dell'iscrizione  ai   sensi   dell'articolo   42,   comma   1,   fino

all'approvazione  dell'istanza  di  adeguamento   ai   requisiti   di

iscrizione,  applicano  le  spese  di  mediazione  previste  per  gli

organismi pubblici dall'articolo 31, commi 1, 2 e 4, e la  tabella  A

allegata al presente decreto.

  3. Gli organismi ADR applicano alle procedure di  cui  all'articolo

9, comma 1, lettera c),  iniziate  con  domanda  presentata  in  data

successiva all'entrata in vigore del presente decreto, le  indennita'

previste dall'articolo 33.

                               Art. 47

 

                          Trattamento dati

 

  1. Il Ministero - Direzione generale  degli  affari  interni  e  il

Ministero per le imprese e  il  made  in  Italy,  sono  titolari  dei

trattamenti di dati personali effettuati, ciascuno per  le  attivita'

di competenza, ai fini della tenuta ed  aggiornamento  del  registro,

della sezione speciale e degli  elenchi  di  cui  all'articolo  3,  e

dell'esercizio della vigilanza ai sensi del Capo VI.

  2.  Il  trattamento  dei   dati   personali   raccolti   ai   sensi

dell'articolo 4, dell'articolo 6, comma  1,  lettere  e),  h)  e  l),

dell'articolo 9, comma 1, lettera g), dell'articolo 11, commi 1 e  3,

lettere a), b) e c), e dall'articolo 14 , avviene in  conformita'  al

regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio  del

27 aprile 2016 e del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.  196,  in

ogni caso con adozione di tutte le misure necessarie a  garantire  il

rispetto dei principi di  liceita',  correttezza  e  trasparenza  nei

confronti degli  interessati,  di  limitazione  della  finalita',  di

minimizzazione dei dati, di  limitazione  della  conservazione  e  di

integrita'  e  riservatezza  e  di  protezione  dei  dati  fin  dalla

progettazione e per impostazione predefinita.

  3. Il  trattamento  dei  dati  personali  di  cui  al  comma  2  e'

effettuato per le sole  finalita'  di  rilevante  interesse  pubblico

correlate alla tenuta del registro e dell'elenco di cui  all'articolo

3, ai sensi dell'articolo 2-sexies, comma 2,  lettere  l)  e  q)  del

decreto legislativo n. 196 del 2003.

  4. E' vietata la comunicazione o la diffusione  a  terzi  dei  dati

indicati  al  comma  2,  salvo  l'adempimento   degli   obblighi   di

comunicazione previsti dall'articolo 12, comma 5, e dall'articolo 39,

comma 4, nonche' la messa a disposizione del pubblico, attraverso  il

sito web  del  Ministero  dedicato  alla  mediazione,  della  sezione

speciale del registro  per  gli  organismi  ADR,  degli  elenchi  dei

responsabili, mediatori e formatori in conformita'  all'articolo  12,

comma 3, e dei provvedimenti  indicati  dall'articolo  39,  comma  3,

fermo restando l'articolo 2-septies, comma 8, del decreto legislativo

n. 196 del 2003.

  5. I dati trattati ai sensi del presente  decreto  sono  conservati

dal  Ministero  per  un  periodo   non   superiore   a   dieci   anni

esclusivamente  allo  scopo  di  consentire  lo   svolgimento   delle

attivita' e i controlli previsti dal presente decreto e comunque fino

alla definizione di eventuali contenziosi.

  6. Gli organismi, gli  organismi  ADR  e  gli  enti  di  formazione

trattano i dati di cui agli articoli 9  e  10  del  regolamento  (UE)

2016/679 forniti dalle parti nell'ambito dell'attivita' di mediazione

e i dati forniti dai soggetti interessati nell'ambito delle procedure

e delle attivita' previste dai  capi  II,  III,  VI  e  di  cui  agli

articoli 43, 44 e 45, nel  rispetto  e  in  conformita'  al  predetto

regolamento  e  del  decreto  legislativo  n.  196  del  2003  e  con

l'adozione di ogni misura tecnica e organizzativa idonea alla  tutela

dei dati personali trattati, assicurando altresi'  la  sicurezza  dei

medesimi per tutte le fasi del trattamento, incluse la conservazione,

la trasmissione e la comunicazione ai soggetti legittimati.

                               Art. 48

 

                      Disposizioni finanziarie

 

  1. Dall'attuazione delle  disposizioni  del  presente  decreto  non

devono derivare  nuovi  o  maggiori  oneri  a  carico  della  finanza

pubblica.  Le  amministrazioni  competenti  provvedono  ai   relativi

adempimenti  con  le  risorse  umane,   finanziarie   e   strumentali

disponibili a legislazione vigente.

                               Art. 49

 

                             Abrogazioni

 

  1. Il decreto del Ministro della giustizia del 18 ottobre 2010,  n.

180 e' abrogato.

  Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito

nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica

italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo

osservare.

    Roma, 24 ottobre 2023

 

                                          Il Ministro della giustizia

                                                     Nordio          

Il Ministro delle imprese

   e del made in Italy

          Urso

 

Visto, il Guardasigilli: Nordio

 

Registrato alla Corte dei conti il 30 ottobre 2023

Ufficio di controllo sugli atti della Presidenza  del  Consiglio  dei

ministri, del Ministero della giustizia e del Ministero degli  affari

esteri e della cooperazione internazionale, n. 2834

 

                                                            TABELLA A

                                               (articolo 31, comma 1)

 

                  TABELLA DELLE SPESE DI MEDIAZIONE

   

=====================================================================

|       VALORE       |                SPESE in euro                 |

|     DELLA LITE     +----------------------------------------------+

|                    |        Minimi         |        Massimi       |

+====================+==============================================+

| Fino a euro        |                 80,00 |               160,00 |

| 1.000,00           |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro 1.001,00   |                160,00 |               290,00 |

| a euro 5.000,00    |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro 5.001,00   |                290,00 |               440,00 |

| a euro 10.000,00   |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |                440,00 |               720,00 |

| 10.001,00 a euro   |                       |                      |

| 25.000,00          |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |                720,00 |             1.200,00 |

| 25.001,00 a euro   |                       |                      |

| 50.000,00          |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |              1.200,00 |             1.500,00 |

| 50.001,00 a euro   |                       |                      |

| 150.000,00         |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |              1.500,00 |             2.500,00 |

| 150.001,00 a       |                       |                      |

| euro 250.000,00    |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |              2.500,00 |             3.900,00 |

| 250.001,00 a       |                       |                      |

| euro 500.000,00    |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |              3.900,00 |             4.600,00 |

| 500.001,00         |                       |                      |

| a euro             |                       |                      |

| 1.500.000,00       |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |              4.600,00 |             6.500,00 |

| 1.500.001,00       |                       |                      |

| a euro             |                       |                      |

| 2.500.000,00       |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

| da euro            |              6.500,00 |            10.000,00 |

| 2.500.001,00       |                       |                      |

| a euro             |                       |                      |

| 5.000.000,00       |                       |                      |

+--------------------+-----------------------+----------------------+

 

   

    Per le mediazioni di valore superiore ad euro  5.000.000,00,  per

lo scaglione minimo si applica un coefficiente dello 0,2%  e  per  lo

scaglione massimo dello 0,3%.

    Quando il valore della controversia e' indeterminabile si applica

lo scaglione da euro 50.000,00 a euro 150.000,00.

 

 

AVVISO. Il testo riportato non riveste carattere di ufficialità.

 

Fonte: Osservatorio Mediazione Civile n. 41/2023

(www.osservatoriomediazionecivile.blogspot.com)