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9 febbraio 2016

12/16. Inaugurazione Anno Giudiziario 2016: la mediazione nella Relazione del Primo Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio (Osservatorio Mediazione Civile n. 12/2016)

Le statistiche ministeriali pongono in evidenza che questo istituto ha consentito la definizione di un considerevole numero di controversie, che nel primo semestre dell’anno 2015 ammontavano a 99.560, a fronte di 107.634 nuove richieste. La durata media della procedura (dall’iscrizione della richiesta al raggiungimento dell’accordo) nello stesso primo semestre 2015 è stata di 98 giorni. Nonostante i positivi segni sopra riferiti, dunque, è necessaria la consapevolezza che, pur procedendosi verso una sua progressiva erosione, l’arretrato che pone la giustizia civile italiana al di fuori dei parametri di Strasburgo costituisce tuttora il reale problema da risolvere”.

Di seguito, si riporta estratto della Relazione, la cui versione integrale è disponibile sul sito web della Corte di Cassazione al seguente URL:

Fonte: Osservatorio Mediazione Civile n. 12/2016 (www.osservatoriomediazionecivile.blogspot.com)
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
GIOVANNI CANZIO
RELAZIONE
sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2015
Roma, 28 gennaio 2016

…omissis…

Non esistono, invece, sufficienti elementi per saggiare l’influenza che la c.d. degiurisdizionalizzazione ha procurato sulla riduzione delle nuove iscrizioni di cause ordinarie. Sono disponibili i dati relativi alla mediazione, costituente uno dei più immediati strumenti di deflazione del contenzioso civile.

Le statistiche ministeriali pongono in evidenza che questo istituto ha consentito la definizione di un considerevole numero di controversie, che nel primo semestre dell’anno 2015 ammontavano a 99.560, a fronte di 107.634 nuove richieste. La durata media della procedura (dall’iscrizione della richiesta al raggiungimento dell’accordo) nello stesso primo semestre 2015 è stata di 98 giorni. Nonostante i positivi segni sopra riferiti, dunque, è necessaria la consapevolezza che, pur procedendosi verso una sua progressiva erosione, l’arretrato che pone la giustizia civile italiana al di fuori dei parametri di Strasburgo costituisce tuttora il reale problema da risolvere.

I dati positivi sono ricondotti, oltre che all’effetto congiunto delle riforme legislative a carattere deflattivo, anche ai maggiori costi di accesso alla giustizia e all’adozione da parte degli uffici giudiziari di prassi virtuose e programmi di riorganizzazione, secondo criteri di specializzazione ed efficientamento delle risorse. Queste prassi sono adottate con la collaborazione dei locali “osservatori” sulla giustizia civile, mediante formulazione di protocolli condivisi da tutti gli operatori coinvolti (magistrati, avvocati, cancellieri), dalla cui adozione, segnalano i Presidenti delle Corti d’appello, deriva un consistente incremento di produttività. Queste considerazioni, che pure nell’ambito nazionale costituiscono il segno di una inversione di tendenza e di un sensibile recupero di efficienza della struttura giudiziaria, trovano una qualche rappresentazione anche in campo internazionale. Il rapporto 2016 Doing Business, con riferimento ai parametri tempi e costi delle controversie, colloca il nostro Paese al n. 111 nella graduatoria dei 189 Paesi presi in considerazione, con un miglioramento di 13 posizioni rispetto al 2014. In questa graduatoria, tuttavia, molti Stati membri della Unione europea si collocano in posizione migliore (Germania 12, Francia 14, Regno Unito 33, Spagna 39, Svizzera 46, Belgio 53).

Maggiore considerazione questa indagine offre, invece, circa la qualità del servizio giudiziario. Essa tiene conto di quattro sottoparametri (struttura degli uffici e delle procedure, modalità di esame della controversia, automazione degli uffici giudiziari, modalità di risoluzioni alternative) che, in una scala da 1 a 18, consentono all’Italia di occupare la seconda posizione con il punteggio 13, il più alto dopo quello del Regno Unito fissato a 16,5.

Tali giudizi sul grado di efficienza della giustizia civile sono strumentali alla verifica dell’idoneità del sistema economico italiano a favorire lo sviluppo dell’iniziativa economica privata. “La conclusione del contenzioso di carattere economico”, afferma il rapporto, “costituisce per l’imprenditore un aspetto importante, dato che i tribunali interpretano le leggi che regolano il mercato e proteggono i diritti dell’economia. Tribunali efficienti e trasparenti incoraggiano nuovi rapporti di affari, atteso che le imprese sanno che possono rivolgersi a loro se un consumatore omette di pagare ilsuo debito.La rapidità dei giudizi è essenziale per le piccole imprese, che potrebbero mancare delle necessarie risorse nell’attesa dell’esito di una lunga controversia dinanzi ad un tribunale”.

…omissis…


AVVISO. Il testo riportato non riveste carattere di ufficialità.